Aglio triquetro

Allium triquetrum
Fra i numerosi agli selvatici, è questo uno dei più caratteristici e aggraziati, con i suoi fiorellini a campanula, pendenti in piccole ombrelle asimmetriche, trattenute fino alla piena fioritura da una membrana verde traslucida che si chiama spata. I petali sono candidi con una striatura mediana verde. Cresce in gruppi numerosi, punteggiando di bianco le sponde erbose di stradine e fossati.
Il nome è abbastanza impronunciabile, avrei preferito un generico aglio selvatico per evitare il problema. Comunque si chiama così a causa della caratteristica sezione tringolare dei suoi steli. L’avevo incontrato a frotte l’anno scorso in Sardegna e l’ho ritrovato nel parco fluviale del Magra (La Spezia).
L’aglio, nelle molte sue specie, ma poi soprattutto quella diventata “sativa” cioè coltivata, è pianta nota e utilizzata per le sue qualità terapeutiche fino dall’antichità, dagli egiziani e dagli ebrei della Bibbia, fino alle civiltà del medioevo e del rinascimento occidentale. Nonostante il sapore pungente, non a tutti gradito, è molto indicato contro l’ipertensione e per la prevenzione dell’aterosclerosi, come batteriostatico e antimicotico.

L’aglio era classificato nella famiglia della Liliaceae, poi brevemente attribuito a una famiglia più specifica, tutta sua, le Alliaceae e definitivamente inserito da APG III nelle Amaryllidaceae.

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