Alchemilla

Alchemilla vulgaris
L’alchemilla è un’erba montana alle nostre latitudini, presenti in Alpi e Appennini, sui prati umidi, nei pascoli e nei boschi. Nel bel giardino botanico di Przelewice in Pomerania (Polonia) era a fine fioritura nel luglio 2010. E’ un’erba dalle foglie graziose e plisettate, che si aprono come ventaglietti, conservando sempre una lieve traccia delle pieghe primitive. Alla forma delle foglie deve il nome comune di erba ventaglina, mentre il nome di erba stella le deriva dai minuscoli fiori giallini, che formano densi corimbi apicali; fiori composti di un calice di colore verde giallastro e di un calicetto, ma senza petali. Fiori assai singolari per una pianta della famiglia della rosaceae.
Il nome deriva dall’arabo alkemelych perchè questa pianta era utilizzata dagli alchimisti che raccoglievano la rugiada depositata nel cavo delle sue foglie. Evidentamente la pianta le trasmetteva proprietà che le altre rugiade non avevano.
L’alchemilla è erba officinale, utile per curare le affezioni epatiche, come antidiarroico e diuretico. E’ anche erba commestibile dalle eccellenti qualità sia cruda che cotta. Nei tempi antichi veniva utilizzata particolarmente per l’alimentazione del bestiame da latte. Una manciate di foglie secche veniva bollita nell’acqua e data da bere alle mucche, sostituendo egregiamente la bevanda ricavata dalla decozione dei semi oleosi. Il latte delle mucche nutrite con questa erba dava doppia produzione di burro. Questo è ciò che tramanda la saggezza popolare, che suggerisce anche come tanta forza nutritiva debba avere qualche validità anche nell’alimentaziuone umana, anche se sarebbe illusorio aspettarsi identici, miracolosi risultati.

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