Graptopetalum

Graptopetalum paraguayense

Graptopetalum paraguayense

Il suo nome completo è Graptopetalum paraguayensis ed è una pianta grassa piuttosto diffusa in vaso e nei giardini. Diffusa e incompresa, come tante altre della sua razza. Il nome corretto l’ho imparata per caso nel giardino botanico di Roma, quando l’ho incontrata e riconosciuta come un’abitante anche del mio giardino, che sempre avevo scambiato per qualche varietà di  semprevivo (vedi anche 31 ottobre 2008). Effettivamente al semprevivo assomiglia, è comunque della famiglia della Crassulacee, ma viene da più lontano, esattamente dalla stato messicano del Tamaulipas. In inglese ha nomi volgari di ‘Mother-of-pearl-plant’, cioè pianta madreperla e ‘Ghost plant’, pianta fantasma. I suoi fiori sono stelline bianche, piuttosto simili a quelli delle borracine (vedi 4 maggio 2010).

Graptopetalum paraguayense

Graptopetalum paraguayense – fiore

La magia di queste piante, come molte altre crassulacee, è la capacità di rigenerarsi a partire da una singola rosetta, anche malconcia. Anch’io ne avevo raccolto un a rosetta, e l’avevo sistemata in un vaso, ben piantata nella terra, pazientando. Ma  non bisogna aspettare a lungo, nella bella stagione, per vedere le rosette moltiplicarsi, crescere e fiorire. Tuttavia nella stagione più fredda, anche se  mite come alle nostre latitudini, questa piccola pianticella prodigiosa ha bisogno di un po’ di attenzioni. In molti giardini il suo destino è essere sistemata sulle sommità e negli angoli dei muretti di separazione, in vasi di pietra e cemento, in una posizione defilata e definitiva che non gli rende giustizia. L’ho fatto anch’io,  lo confesso,  lasciandola al suo destino in due vasi decorati in cima alle colonnine della scala, dimenticandomela un po’ durante l’inverno.  La pioggia e la grandine l’hanno umiliata parecchio e nonostante l’impegno a riprendersi nel sole della primavera, le ferite nere sulle foglie grassocce non erano un bel vedere. Quest’anno ho provveduto per tempo a ripararle tutte nella serra, insieme al Sedum spectabile e all’Aeonium arboreum, anche quest’ultimo rinato dalle sue rosette.

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