Lobelia

Lobelia

Lobelia erinus

Lobelia

Lobelia erinus  “Palazzo di cristallo”

Lobelia erinus, una pianta della famiglia delle Campanulaceae originaria dell’Africa subequatoriale, dai fiori minuti, ma appariscenti e molto colorati, blu, viola o rosa intenso.  Il nome è un omaggio al botanico belga Matthias de Lobel.  E’ una pianta perenne, ma alcune varietà vengono coltivate come annuali, ad esempio la famosa “Crystal palace”, o palazzo di cristallo.  Ho già mostrato questa pianta qualche anno fa (25 giugno 2011), ma quell’esemplare non aveva avuto discendenza.

L’ho seminata nuovamente l’anno scorso e questa volta è riuscita  soprendentemente a sopravvivere in un vaso all’aperto, grazie alla mitezza dell’inverno appena trascorso, e quest’anno mi ha regalato una fioritura blu molto più copiosa della prima.

La pianta della foto a sinistra, invece, faceva bella mostra di sè durante Euroflora 2018, ai parchi di Nervi.

Lobelia

lobelia erinus
Non conoscevo la lobelia, aggraziata pianta da giardino, a volta sfuggita alla coltivazione, volente e nolente. Come tutte le esotiche avventizie (Lobelia erinus è di origini africane), viene segnalata talvolta con sospetto dai botanici affezionati alla flora autoctona. Li capisco, ma non mi riesce di prendermela veramente con le piante che sfuggono alla coltivazione e colonizzano luoghi a loro stranieri, come emigranti, ma tanto spesso anche come deportati.
A parte questa breve digressione, questa lobelia io l’ho comprata e messa diligentemente in un vasetto in giardino. Ho la sensazione che non vivrà così a lungo e in prosperità da assicurarsi discendenza. E’ una pianta annuale e se non fa semi sarà un ospite passeggero. Mi dispiace. La trovo molto piacevole, come tutti i fiori azzurri.
Il nome l’ha preso da Matthias De l’Obel, botanico del XVII secolo.

Campanula a mazzetti

Campanula glomerata
Questa bella campanula di montagna si chiama comunemente anche campanula agglomerata, nome simile a quello scientifico che sottolinea la disposizione compatta dei suoi fiori blu-viola carico, disposti in densi glomeri all’apice dello stelo che può arrivare a 30 cm di altezza. Il fiore singolo è lungo fino a 2 cm e ha 5 lobi appuntiti.
L’ho incontrata in varie stagioni nei prati incolti di Praglia (Genova), zona che è un vero paradiso per gli amanti della flora selvatica.
Le campanule non sono in genere annoverate fra le piante officinali con virtù curative; tuttavia sembra che almeno in un caso sia riportato l’uso di questa campanula per curare il mal di testa. Quale sia il principio attivo non è dato sapere nè supporre, ma sarebbe interessante indagare.

Jasione montana

jasione montana

jasione montana

Il nome italiano, vedovella annuale, non mi dice nulla. Non potrei ricordarmela com questo nome. Per me le vedovelle sono scabiosa o knautia, famiglia dipsacaceae. Invece la jasione è una campanulacea, anche se l’aspetto è quello di un capolino fitto, potrebbe essere qualsiasi cosa. Si chiama j.montana, e da noi certo cresce in collina, su suoli aridi e sabbiosi, sulle arenarie disfatte. Sul Baltico si comporta un poco da pianta pioniera, e cresce sulla spiaggia. La salsedine è meno aspra che da noi, e la vegetazione gentile. Però ho visto anche cakile maritima (ravastrello o ruchetta di mare, 22 aprile 2010) esattamente come sulla spiaggia della Costa Smeralda in aprile. Non escludo di trovare magari un giorno anche sulle nostre spiaggie mediterranee una morbida fioritura di bottoni azzurri come questo.

Fotografata sulla spiaggia del Baltico, vicinanze di Kołobrzeg (pronuncia Kouobjeck, tedesco Kolberg), luglio 2010

Campanula a foglie di pesco

Campanula persicifolia

Campanula persicifolia

 

 

Le campanule si riconoscono facilmente e sembrano a prima vista molto simili, precise e attente, molto aggraziate. Questa specie ha foglie sottili, che ricordano quelle del pesco o del mandorlo (si chiama anche campanula amygdalifolia) e campane florali piuttosto piccole e rotondeggianti, quasi sempre azzurro violaceo, o talvolta candide, come in questo grazioso esemplare, fotografato l’anno scorso (luglio 2009) nel giardino botanico di Pratorondanino.

Raponzolo a foglie di scorzonera

Phyteuma scorzonerifolium

 

Questo singolarissimo fiore assomiglia assai poco a una campanula, anche se è della famiglia della campanulaceae. Ed è difficile capire perchè la forma delle sue foglie ricorderebbero proprio quelle della scorzonera, margherita gialla con foglioline basali spesso lanceolate, ma mi pare assai poco caratteristiche. Phyteuma scorzonerifoliumIl nome comune di raponzolo fa supporre che la radice sia commestibile, come quella del raponzolo, campanula a tutti gli effetti (6 giugno 2009). Come sempre i nomi delle piante, comuni o scientifici che siano, derivano dall’antica scienza popolare, dall’osservazione attenta, e risalgono a tempi in cui scorzonera e raponzolo erano molto più familiari di quanto non lo siano oggi.

Però si tratta di una pianta strana, seppure assai frequente nei boschi, almeno in Liguria. I fiori, di un bel colore azzurro violaceo, sono disposti in una sorta di spiga, o pannocchia. Sono tubolari e sottili, con la corolla divisa in cinque lacinie, saldate alla base e all’apice. Prima di sfiorire si aprono, e le estremità si arrotolano, formando curiosi riccioli violetti (vedi foto a destra)

Oggi anche questa pianta ha cambiato nome e viene detta preferibilmente Phyteuma italicum.