Albero di Giuda

Cercis siliquastrum

Cercis siliquastrum
Albero di Giuda, ovvero della Giudea

Non è vero, l’ho già detto, che in città la primavera non si vede. Basta guardarsi intorno con un po’ di interesse e di curiosità, appena girare la testa; anche se bisogna fare attenzione a non perdere d’occhio la strada. Si scoprono nelle piccole aiuole e soprattutto sui muri, una miriade di fiori nuovi, e sconosciuti. Bocche di leone, calendule, astri. Viole, iris e qualche precoce, sperduto papavero. Ogni giorno un fiore in più.
Ma anche senza girare la testa, gli alberi di Giuda è proprio impossibile non vederli. Sono nuvole di rosa acceso che spuntano a tutti gli angoli delle strade. Fra le insegne e i cartelloni pubblicitari, dietro i segnali stradali, contro i semafori. Dappertutto. Per tutto il resto dell’anno se ne stanno silenziosi e quieti, lussureggianti di larghe foglie rotonde, cuoriformi, mimetizzati fra il verde degli altri alberi. E poi spogli d’inverno, in lunga attesa. Ma d’aprile gridano la loro improvvisa gioia di vivere,anche se solo per una ventina di giorni, non di più.

Cercis siliquastrum

Cercis siliquastrum

I fiori, papilionacei, rosa lilla, abbondanti, sgargianti crescono sui rami vecchi, o direttamente sul tronco, prima delle foglie. Prestissimo si trasformano in bacelli nero rossastri, rozzi e coriacei. E le nuvole rosa scompaiono, d’incanto come erano venute.

 Cercis siliquastrum

Una leggenda vuole che proprio ai rami di quest’albero si impiccasse Giuda Iscariota, pentito di aver tradito Cristo. Oppure più semplicemente, albero di Giuda significa albero della Giudea, regione in cui la specie è tuttora diffusa e sicuramente indigena.

Cercis siliquaster
Questo post riprende quello che avevo scritto il 6 aprile 2009 sul mio vecchio blog, che in quel giorno di tragedia e paura terminava così: “Questa notte in Abruzzo è avvenuto un grande terremoto. La nobile e antica città de l’Aquila è ferita e distrutta. Le immagini restituiscono macerie, polvere grigia. Pure dovevano esserci, fino a ieri, alberi fioriti. Pure dovrebbero esserci, anche oggi, alberi fioriti, stretti alle loro radici, resistenti alla terra che trema. Per distogliere lo sguardo dalle rovine, spero che qualcuno li veda, spero che qualcuno li guardi. Quando la vita è sospesa in un attesa, tragica o dolorosa, fa molto bene guardare gli alberi in fiore.”
Le commemorazioni si sono succedute in queste ore, ma nessuno ha ancora mostrato un albero fiorito in mezzo alle macerie.