Parietaria, storia di una pianta magica finita nella spazzatura

Parietaria officinalis

Parietaria officinalis

La parietaria, che in genovese si chiama canigêa, è una delle prime piante che ho imparato a conoscere. Le sue foglie hanno interessanti proprietà. Sono un semplice ed efficace antidoto per le irritazioni causate dall’ortica. Le due erbe si trovano spesso vicine e sono tutte e due ricche di virtù officinali; ma l’ortica brucia la pelle, mentre le foglie di parietaria, sfregate sulla parte offesa, calmano il bruciore. Le foglie della parietaria sono appicicaticce e da bambine le usavamo per creare rustiche e improvvisate decorazioni sui vestiti, scrivere il nostro nome, fare piccoli disegni. Nei trattati di erboristeria, l’elenco degli usi della parietaria è lunghissimo. Il nome popolare di vetriola deriva dal fatto che è molto efficace per tirare a lucido il vetro macchiato o opacizzato.

Oggi la pianta è caduta in disgrazia. Certo, è la peggiore infestante che esista, infatti cresce praticamente dappertutto, nei campi, nei buchi dei muri, in mezzo all’immondizia, nelle fessure, fra il cemento ed l’asfalto, fino a formare in men che non si dica cespi robusti e voluminosi. Molte persone sono allergiche al polline che, data la diffusione, rappresenta un vero e proprio tormento per tutta la bella stagione. Non sorprende che queste persone non la amino. Io non sono allergica, ma la strappo con violenza ovunque la trovo, certa che non avrà problemi a ricrescere più forte e rigogliosa di prima. Vorrei odiarla, ma non posso. Credo che se non ci fosse, un po’ ne sentirei la mancanza.

Questo post ripropone parola per parola un post del vecchio blog ‘fiori e foglie’ del 14 maggio 2008. Credo che la canigêa in fondo se lo meriti.

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