Primavera in casa

Spirea ulmaria

Spirea ulmaria

Kerria japonica

Kerria japonica

Non mi allontano molto da casa, non è permesso nè prudente in questi giorni, limpidi e surreali. Dobbiamo isolarci e vivere un po’ in gabbia. Così non mi allontano dal mio giardino, ma soltanto allungo quattro passi in su, verso gli incolti abbandonati che circondano la vuota casa vicina, ingombri di vegetazione opulenta, reminiscente delle cure affettuose dei proprietari scomparsi. Dietro la casa c’è un lussureggiante cespuglio di spirea bianca, l’elegante cugina della gloriosa olmaria che sto cercando di crescere nel mio orto. Il verde acerbo e delicato del prato si specchia nei vetri chiusi. Macerie e detriti ingombrano il giardino e i ruderi di serre e gazebi, ma impallidiscono accanto alle fioriture che avanzano, sotto le ultime grandi corolle della magnolia nufìdiflora, ormai coperta di foglie, e le prime esili pannocchie pendenti di glicine rosazzurro. Appoggiata ai vecchi vetri di una veranda che ha visto tempi migliori, la kerria, solare rosa del Giappone, non si  risparmia e si sbraccia, disperdendo una pioggia di bottoni gialli sulle pareti corrose.

Primavera

Lunaria annua e Urtica dioica

Poco più in là, sulla fascia, è tutta una distesa di violetto e rosa, in tanti minuscoli fiori di campo, il lamio, l’ellera terrestre (15 aprile 2009) e la bugola (18 aprile 2009), ma soprattuto l’esile e flessuosa lunaria, quattro petali rosa disposti a croce, da cui matureranno i traslucidi “medaglioni del papa”. Eccola ai piedi di una scala a pioli abbandonata, seminascosta nell’erba,  fianco a fianco all’ortica, protagoniste della stagione che si rinnova.

Hedera helix

Hedera helix

 

In fondo è stata una bella passeggiata, ho incontrato tanti vecchi amici che avevo perso di vista per un po’, perchè la maggior parte di loro non si incontrano d’estate, autunno e inverno, e alcuni hanno una stagione così breve che bisogna sbrigarsi a salutarli prima che scompaiano di nuovo.
Tenace e stabile invece, ricercata e negletta, si allunga testarda su un pezzo di muro l’edera, quella vera. Ma neppure lei si lascia scappare l’incontro con la primavera e cresce foglie tenere e delicate, forme bizzarre che ornano la parete come ricami.

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