Agave all’improvviso

Agave americana Vico del Ponte è una strada piccolissima che sale da via Posalunga (Borgoratti, valle Sturla), gira dietro a due isolati e scende nuovamente sulla stessa via. Mi ci arrampico per vedere da vicino la magnolia, e mi  trovo davanti lei, imponente contro il cielo, l’agave, come sempre a contendere la verticalità a un lampione.

Ai suoi piedi, la rosetta di foglie ormai seccate dà ragione alla sua fama di madre che muore per dar vita al figlio. In natura, altre rosette più giovani prenderanno il suo posto nell’avvicendamento perenne dell’esistere vegetale. Non so se quest’agave da asfalto abbia rosette di scorta, però ne intravedo una dietro la grata che sormonta il muretto. Chissà se sarà capace di sopravvivere nella terra asfitica e far bene come la sua sorella maggiore.

Magnolia in via Posalunga

Magnolia

Magnolia soulangeana

Ormai sono a valle, risucchiata dalla città e i suoi contorti meandri. Via Posalunga è una strada antica del quartiere di Borgoratti (il nome è quello stesso del forte, che fu edificato proprio per proteggere questi quartieri), una via angusta e affollata, dove a volte le auto e i bus vorrebbero alzarsi in volo. Sui crinali ripidi si ammassano i condomini di cemento e c’è davvero poco posto per la vita verde.

Questo scoppio di vita rosa violetto non passa inosservato. Mi appare come nuvola di bizzarro colore in cima a un muraglione, stretta fra i palazzoni, abbarbicata al pendio. Potrebbe essere l’ibrido M. denudata × M. liliflora, detta M.soulangeana in onore del botanico francese Étienne Soulange-Bodin (1774-1846).

Per le magnolie decidue (5 aprile 2009 e 3 marzo 2010), anche dette nudiflore, questo è il periodo del massimo splendore. Se nei campi e nei boschi la primavera è la stagione dei pruni, marzo saluta la città con le magnolie. Questi alberi sono ormai divenuti comuni come arredo urbano per i loro fiori, che  hanno un colore intenso e deciso, rosa pallido, rosa scuro, lilla, bianco. E sono abbondanti, vistosi, raffinati.  Ma effimeri. Fra pochi giorni, forse qualche settimana, saranno scomparsi lasciando il posto a un fogliame ricco, ma anonimo. Quello di un qualsiasi alberello verde.

Magnolia soulangeana

Magnolia soulangeana

Diversa l’esistenza della maggiore delle magnolie, Magnolia grandiflora (20 maggio 2008), che ha foglie persistenti e coriacee, così massicce da nascondere quasi i grandi fiori bianchi e carnosi che sbocciano all’inizio dell’estate.

Mandorlo a Borgoratti

Mandorlo

Prunus dulcis

Il mandorlo è il primo a fiorire. Degli alberi da frutto, intendo. I mandorli fioriscono quando ancora non ci siamo accorti che sta per arrivare la primavera, non ci stiamo pensando proprio. Il mandorlo di questo terrazzino non è da meno. L’avevo ricordato, insieme ad altri, già in questa pagina, e poi il giorno di San Valentino, 14 febbraio 2009. Proprio qui, ferma al semaforo di via Cadighiara, sorveglio il mandorlo che si sveglia, su una stretta fascia, sotto una casa appesa sul pendio. Immerso nell’ombra, è un piccolo albero da nulla capace di esplosioni straordinarie.

La mandorla è uno dei primi frutti ‘addomesticati’ dall’uomo. Quella primitiva è molto velenosa, perchè contiene un discreta quantità di amigdalina, una specie di cianuro. Ma a poco a poco, forse osservando gli animali o forse dopo ripetuti errori fatali, ne è stato selezionata una varietà dolce, a basso contenuto di amigdalina, commestibile e delicata, dal gusto raffinato. Non è al sapore delle mandorle che penso quando contemplo il miracolo di quei fiori bianco rosati che sbocciano quando è ancora inverno. Mi piacerebbe che durassero di più, forse penso, ed ho fretta di vederli sul mio ciliegio.