Gladiolo spartitraffico

Gladiolus italicus

Gladiolus italicus

La strada a scorrimento veloce che corre parallela al Bisagno è intitolata ai primi cittadini ‘storici’ della città di Genova, prima Gelasio Adamoli, e poi, in questo ultimo tratto, Augusto Pedullà. Il ponte vicino ricorda invece Nicholas Green, un bambino americano che correva verso le vacanze ed è stato ucciso per sbaglio,  in Calabria, da un piccolo criminale in odore di ‘ndrangheta, ma sopravvive ancora nelle numerose persone che hanno ricevuto tutti, ma proprio tutti i pezzi di lui che ancora potevano funzionare. E non molto lontano da quel ponte, così defilato e scarno, sull’aiuola spartitaffico di via Augusto Pedullà sono nati dei gladioli. Non i gladioli da fioraio che i contadini liguri coltivavano ai bordi dell’orto o nel giardinetto sottocasa per farne grandi mazzi da offrire alle feste estive della Madonna.

Gladiolus italicus

Gladiolus italicus

Questi sono gladioli selvatici, e davvero non mi pare concepibile che qualcuno ce li abbia piantati apposta, sono arrivati proprio da soli, nel bel mezzo di questa aiuola quasi inaccessibile, accanto a silene bianca e sanguisorba, e tanta tanta valeriana rossa. Che commozione incontrare un fiore così delicato e selvaggio in mezzo ai rumori e ai fumi della città. Un’altro gladiolo era nato sulle sponde ripide della collina alle spalle di piazza Rotonda a Borgoratti, sponde squarciate da un progetto di garage interrati che da mesi avanza lentamente, fra smottamenti e voragini impreviste. Quel gladiolo non sono riuscita a fotografarlo, troppo breve la sua stagione e troppo affannato il mio tempo.Invece avevo fotografato su quel dirupo le distese bianche degli agli (Allium neapolitanum), più rampanti e tenaci. Per non farmeli scappare, a questi gladioli ho dedicato una deviazione nell’assolata domenica e un intero servizio fotografico. Meno male perchè oggi, ormai giovedì, sono già scomparsi.

Sanguisorba minor

Poterium sanguisorba

Allium neapolitanum

Allium neapolitanum

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(cliccate sulle fotografie per vederle più grandi, in un’altra scheda)

Il tempo delle mele

Malus domestica

Malus domestica

San Cosimo di Struppa

San Cosimo di Struppa

In un novembre passato, un po’ meno fradicio di quello di oggi, un altro generosissimo melo non risparmia  i suoi frutti. Molti cadranno, abbandonati per terra, perduti per il nostro palato e la nostra fame, ma non sprecati per la pianta, non per i vermetti che in tanti che se ne saranno nutriti, alla terra che accoglierà i loro semi. Bello piccolo melo di periferia, lungo una crosa di collina, a San Cosimo di Struppa.