Euforbia prostrata


C’è una nuova infestante nel mio giardino. Si comporta un po’ come la Portulaca oleracea (27 settembre 2009), volgarmente porcellana, e si allarga a raggio sul terreno assumendo una forma circolare molto regolare e graziosa, oppure, nella vicinanza di altre erbette, raddrizza gli steli e si allunga verso l’alto. Abbandonata a se stessa forma cespi vigorosi, ma l’aderenza al terreno è debole e il cespo si sradica con una mano sola. Tanto ha la vitalità delle esotiche e ricaccia vigorosamente in ogni angolo. Persino, come si vede, nelle crepe delle mattonelle. Che fosse un’euforbia avrei dovuto accorgermene subito dall’immancabile lattice che sgorga dal fusto spezzato. Anche i microscopici fiori hanno l’aspetto inconfondibile di ciazi (vedi altre piante della famiglia). Ma il fusto non si spezza involontariamente e i fiori sono quasi invisibili. Così ho impiegato un po’ di tempo per riconoscerla.
E’ comparsa con virulenza quest’anno, anche se da tempo è presente nell’area urbana genovese.  Mentre scartabellavo in rete per conoscerla meglio, ho visto che la maggior parte dei giardinierii, quelli seri che riescono a mantenere il praticello all’inglese quasi dodici mesi all’anno, la trattano a botte di ‘antigerminello’, nomignolo fin troppo gentile per quei preparati antifecondativi che promuovo la pulizia etnica fra le specie vegetali e uccidono le biodiversità. E’ vero, l’euforbia prostrata , il cui nome scientifico è Chamaesyce prostrata è un’esotica invadente che dal Nord America è venuta a contaminare i nostri giardini. Io strappo e strappo, ma in fondo un posto a tavola qui c’è per tutti.

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