L’autunno è ormai alle porte, come ci racconta l’aria frizzante, i colori cangianti della foglie, e la penombra del precoce tramonto. Nel nostro tempo ormai quasi solo tecnologico, l’inizio dell’autunno è segnalato dall’ordine superiore di spostare di un’ora indietro le lancette dell’orologio in una notte di ottobre.
Soltanto una settimana fa, questa sfinge colibrì si affacendava senza sosta sugli abbondanti fiori della lantana in fondo al giardino. Questa falena, il cui nome vero credo sia Macroglossum stellatarum non si posa mai, ma le sue ali si agitano senza sosta, portandola di fiore in fiore a infilare la sua spirotromba in fondo alle corolle per succhiare il nettare. Proprio fatti per lei i fiori della lantana, con petali concresciuti a tubo, esili, ma profondi.
Ho imparato a diffidare dei lepidotteri, fra cui si annoverano individui pericolosissimi, capaci di generare miliardi di bruchi famelici. Credo (spero) che le sfingi colibrì siano innocue da questo punto di vista. Le avevamo già viste all’opera nelle sere d’estate sulle belle di notte (Mirabilis jalapa, 18 settembre 2009). Ma questi fiori sono stati spazzati via velocemente delle tempeste di inizio ottobre. Invece resiste la lantana, pianta originaria del Sud America e dalla generosa fioritura che può durare fino ad autunno inoltrato. Anche se il vento le ha spezzati alcuni rametti, la pianta ha gradito la pioggia abbondante e ha ripreso la fioritura che si era quasi arrestata a fine settembre. La lantana è un’esotica della famiglia della verbenaceae, da non confondere con Viburnum lantana, caprifoliacea, che si può incontrare al limitare dei nostri boschi.
vedi anche 8 novembre 2009