Novità sull’albero bottiglia

brachychiton populneus
Ho faticato un poco, ma ho scovato l’identità anche di questa pianta, fotografata (a destra) nel dicembre dell’anno scorso ai parchi di Nervi (Genova) e archiviata per mesi come sconosciuta. Avevo fotografato la stessa pianta a villa Hanbury diversi anni fa, ma allora era estate e la pianta era in fiore (foto qui sotto).brachychiton populneusD’inverno invece rimangono soltanto le foglie, luminose e allungate, la liscia e bianca corteccia e qualche sporadica noce, a forma di grosso bacello legnoso, ritrovata per terra, per aiutarmi a identificarlo. Le foglie di quest’albero sono un vero rompicapo: il nome suggerirebbe che assomigliano a quelle del pioppo, il che è talvolta vero, talvolta hanno la forma di triangolo romboide come quelle del pioppo; ma sono anche oblunghe e curiosamente appuntite, e persino lobate. Non per niente quest’albero si chiama anche (e per certe fonti è questo il suo vero nome) sterculia diversifolia, tanto per non confonderlo con un pioppo.
brachychiton populneusGli alberi del genere brachychiton, famiglia sterculiaceae, vengono da lontano, tutti quanti dall’Australia e sono volgarmente conosciuti con il nome americano di ‘alberi bottiglia’. Uno dei più appariscenti è il brachychiton discolor (16 settembre 2008), con i suoi incredibili fiori a campanula. Però non sono questi fiori, come avevo erroneamente fantasticato nel mio post precedente, che hanno meritato all’albero il soprannome di bottiglia. Questo nome singolare viene dal fatto che il tronco tende ad allargarsi alla base, a farsi panciuto come un fiasco, diventando una vera riserva d’acqua nel torrido clima australiano. Ma brachychiton non è il solo albero bottiglia, perchè altri alberi che hanno questa proprietà hanno meritato lo stesso soprannome, come chorisia speciosa (9 gennaio 2010) e adansonia digitata, un’altra bombacacea. Il che dimostra una volta di più che i nomi comuni di alberi e piante sono spesso superficiali e ingannevoli.
Le sterculiaceae sono una famiglia di piante esotiche, sconosciute nei nostri paesi; ma non poi così lontane dal nostro abituale sentire visto che uno degli esponenti più illustri della famiglia è il theobroma cacao, il cacao o cibo degli dei. Le rozze noci del brachychiton hanno invero una certa somiglianza con quelle del theobroma, specie quando sono appena schiuse, con i semi aggruppati in rigide file.

Cacao

theobroma cacao

Viene dal’America profonda, quella che esisteva molto prima che l’Europa se ne accorgesse, quest’alberello dai magici semi da cui si ricava il cacao, sostanza dal gusto e dalle proprietà ineguagliabili. Il suo nome scientifico theobroma significa cibo degli dei, mentre il nome della specie deriva dal suo nome indigeno. I popoli dell’America centrale precolombiana usavano questi semi come moneta e preparavano una bevanda chiamata chacote o chocol, da cui certo deriva la nostra parola cioccolato.

Ancora dall’esposizione di piante alimentari a Murabilia 2010, mostra mercato sulle mura di Lucca.