Quasi vezzosa con i suoi larghi petali esterni, morbide frange che bordano l’ombrella, questa pianticella dal fresco aroma che ricorda il prezzemolo cresceva copiosa sul prato di un oliveto, come il cotogno di ieri a Palombara Sabina (Roma). L’anziano agricoltore che stava mostrando al mio amico come potare gli olivi me la indica come pianta commestibile, gustosa in insalata, e perfino da mettere in bocca così, con noncuranza, per masticare uno stelo dolce e saporito mentre si lavora. Però sui libri si legge che questa ombrellifera è nel novero delle piante pericolose, poichè contiene sostanze tossiche per gli animali a sangue caldo. Non c’è molto da stupirsi, non tutto quello che si consuma è privo di tossicità, e probabilmente l’importante è non eccedere nella dose. Comune in tutta la penisola, viene chiamata ombrellini pugliesi perchè in Puglia venne descritta inizialmente da Linneo.