Pianta comunissima nelle campagne, sui terreni umidi, ai margini dei boschi. Ne cresce un alberello sull’orlo della strada proprio di fronte a casa mia. Semi colonizzato da un’edera aggressiva, ha finalmente il sopravvento sulla sua usurpatrice quando si copre prima di ombrelle di fiori bianchi e poi di gruppi pesanti di bacche rosso nere. Conosco questa pianta da sempre, usata per le sue virtù terapeutiche o semplicemente per preparare succhi e marmellate. Siccome predilige i terreni azotati, è oggi diventata una pianta da discariche e come in altri casi, quella che era una presenza grata e piacevole, è talvolta rifiutata come invadente. Ironia della sorte, come per tante altre piante magiche del passato, anche le sue preziosissime bacche non ispirano più tanta simpatia perchè sporcano tratturi e crose, specialmente se gli uccellini le piluccano (quelli certo non le disdegnano). Le bacche infatti sono un blando lassativo e regolarizzatore delle funzioni intestinali.
Più elegante e ricercato è il sambuco di montagna (12 giugno 2008) o sambuco rosso.