Il primo sabato di sole da almeno due mesi, forse più. L’aria è frizzante e il sole fa un giro breve e veloce sull’orizzonte. Ci avviciniamo a grandi passi al giorno più corto dell’anno.
Dopo queste giornate buie e gelate, mi sorprende ritrovare ancora tanta vita in giardino. La splendida camelia hiemalis (3 gennaio 2010, vedi anche 24 novembre 2008) è tutta coperta di fiori. Persino il solanum (24 agosto 2008) e le bocche di leone (26 settembre 2009) non hanno smesso di fiorire. Altre piante, più metodiche preparano le bacche. Fra queste il mio piccolo mirto, un nuovo arrivato nell’aiuola più assolata, ha due bacche blu fra le lucide foglioline.
Essenza caratteristica della macchia mediterranea, il mirto, insieme all’alloro è pianta celebrativa che esprime gioia e trionfo. E non solo, il mirto ricoperto di candidi fiori rappresenta l’amore. I suoi rametti profumati venivano posti in mezzo al corredo dalle fanciulle in cerca di marito, come auspicio di incontrare un compagno buono e fedele. Le bacche oltre che per preparare il celebre liquore sardo, sono usate per aromatizzare la selvaggina.