E’ arrivata nel giardino in sordina, quasi per caso, da una talea che mi ha regalato Andrea un mio giovane vicino, esperto e appassionato di piante. Gaura è il nome con cui è conosciuta, e apprezzata, in tutti i giardini e vivai, ma recentemente viene attribuita al genere Oenothera, famiglia Onagraceae. E’ poco esigente e molto elegante, tanto da meritarsi il soprannome di fior d’orchidea.
La denominazione della famiglia deriva da onagra, come era chiamata un tempo l’Oenothera, nomi dall’origine controversa, ma che potrebbero derivare da ὄνος, onos, che significa asino in greco, un po’ per quelle foglie lanceolate che tutte hanno e che assomigliano alle orecchie del dolce ciuchino, un po’ perché queste piante sono commestibili e probabilmente gradite agli erbivori come l’asino.
Piante americane, vengono da Texas e Louisiana, ma si adattano senza traumi al nostro clima, non temono né freddo, né siccità. Messa a dimora nell’aiuola più soleggiata da poco più di una settimana, mi regala già una affascinante fioritura, e molti fiori sta ancora preparando. Questa gaura ha fiori bianchi, ma si incontrano spesso varietà a fiori rosa o pallidamente violetti, tutti con la loro inconfondibile forma, tenue, aggraziata, perfetta.