Belle e profumate, le candide infiorescenze di questa buddleja hanno smesso purtroppo ormai di attirare farfalle (solo le scure falene ancora svolazzano, sperse nel precoce tramonto, verso le lampadine accese).
La Buddleja potrebbe essere soprannominata pianta dei due reverendi. Il celeberrimo Armand David, abate francese del priorato di Saint-Lazare, la scoprì durante la sua lunga permanenza in Cina nella seconda metà del XIX secolo. Pare che la sua opera di ricerca naturalistica ebbe molto più successo dell’opera di evangelizzazione dei cinesi, in nome della quale era partito in missione. La storia, di lui e della pianta, è brevemente narrata nel libro di Gille Clement ‘Elogio delle vagabonde’ (versione italiana DeriveApprodi 2010).
Se la specie celebra il suo scopritore, il genere fu intitolato da Linneo a un altro naturalista ecclesiastico, vissuto centocinquant’anni prima in Inghilterra, Adam Buddle.
Ma è soprattutto pianta delle farfalle perchè, come ricorda sempre Gilles Clement, il suo aroma zuccherino attira veramente ogni genere di insetti, dai più graziosi ai meno attraenti, dalle vanesse alla nottue, lepidotteri, imenotteri, cetonie, uno sbatter d’ali e un ronzio ininterrotto.