Oggi, primo giorno d’estate, un fiore giallo e luminoso per festeggiarla.
E’ uno degli esponenti di taglia più grande della famiglia delle Primulaceae, un famiglia di piante minute e di piccola statura. L’indubbia avvenenza ne ha fatto una pianta gradita nei giardini da diversi secoli. Nonostante il nome, non è comunissima ed è stata una sorpresa ritrovare queste immagini scattate nel luglio 2009 nei paraggi (ma non all’interno) del giardino botanico di Pratorondanino. Le mazze d’oro sono anche piante officnali con vari utilizzi medicamentosi, emostatici, vulnerari e febbrifughi. Ma soprattutto, forse perchè sono così belle e solari, la fantasia popolare antica attribuiva a queste piante doti di utilità quasi magica, come quella di calmare gli animi inferociti dalla rabbia, oppure mettere in fuga insetti velenosi e serpenti. Più ovvio è l’utilizzo per tinture per imbiondire i capelli, quasi a volerle rubare il colore del sole che si porta addosso.
Il suo nome ha chiaramente una derivazione greca e forse si rifà a quel Lisimaco, re di Tracia, oppure il suo omonimo re medico di Sicilia. Secondo il solito Plinio però, il nome deriva da due termini greci, sciogliere e lotta, a rappresentare le virtù di pacificazione innate nella magia della pianta.