Mentre inseguo nel bosco le fioriture di stagione, mi imbatto sempre in alcuni personaggi misteriosi che per lungo tempo mi hanno nascosto la loro identità. Le piante della famiglia delle Apiaceae, un tempo chiamate più pittorescamente Ombrellifere, sono molto ingannevoli. Fra di loro si annoverano interessanti piante alimentari, alcune preziose come la carota (Daucus carota), o intriganti come sedano (Apium graveolens, che è quello che dà il nome alla famiglia), prezzemolo e cerfoglio, ma anche alcune fra le piante più velenose della storia, come la cicuta maggiore, Conium maculatum, e minore, Aethusa cynapium.
Così, mentre credevo che questa comunissima ombrellifera del sottobosco fosse un innocuo e insapore cerfoglio selvatico, scopro oggi che di simil-cerfoglio si tratta, ma che tanto innocua non è. La cicutaria, o anacio, o cerfoglio peloso, viene detta anche cerfoglio inebriante perchè contiene un alcaloide tossico, la cherofillina, particolarmente dannosa agli erbivori, e che provoca negli umani che irresponsabilmente la ingerissero sintomi simili a una forte ubriacatura. L’aggettivo temulum con cui viene identificata la specie significa in latino ‘che causa stordimento’. La sostanza è misteriosa e sfuggente, e alcuni studiosi pensano che forse non si trovi proprio nella pianta, ma in un fungo ad essa simbiotico.
I fusti sono pelosi e hanno macchie rossicce, le infiorescenze a ombrella sono composte di fiorellini bianchi o rosa con petali tutti uguali; i semi sono fusiformi, lisci e privi di costolature.
Se ne sta volentieri nella mezz’ombra dei alberi radi e alberga ragni e insetti sulle ombrelle mature. Una delle sue caratteristiche morfologiche più evidenti dovrebbero essere i rigonfiamenti alla base del picciolo fogliare, ma ci farò caso la prossima volta.