Fusti sottili, piccoli fiori gialli, foglie insignificanti. Certamente queste piante poco assomigliano alle lattughe che si acquistano sui banchi del mercato e si mangiano condite con olio e aceto. Si incontrano un po’ dappertutto, negli incolti urbani e ai bordi delle strade. Sarebbe proprio dalla specie Lactuca serriola che addirittura gli antichi egizi avrebbero ottenuto, per addomesticamento e selezione successiva, la comune insalata (Lactuca sativa). Chi ha seminato la lattuga nel proprio orto sa bene che quando la pianta accenna a preparare lo stelo fogliare, diventa praticamente immangiabile. Le foglie virano dal verde tenero a un verde bluastro e da dolci e croccanti che erano diventano coriacee e amare. Sarebbe alquanto incauto quindi, e anche sciocco, assaggiare le sottili fogliette di queste pianticelle sparute, anche soltanto per tentare di indovinarvi un sapore di lattuga.
Il nome lattuga, ovvero Lactuca, deriva da lattice, il liquido bianco e appiccicoso presente nel fusto, un lattice che contiene anche componenti interessanti dal punto di vista medicinale, anche se in alcune specie i componenti velenosi prevalgono.
Anche la cicoria con i suoi sgargianti fiori azzurri, ugualmente appartenente alla famiglia della asteracee, è presente talvolta come infestante. Assaggiamo? La foglia di cicoria è abbastanza appetibile anche quando la pianta comincia a fiorire, se proprio non c’è nulla di meglio. Rinuncerei comunque a qualsiasi erba che cresca in ambiente molto urbanizzato e preferisco osservarle come curiosità.
Le lattughe urbane sono di molte specie differenti e molto frequente è Lactuga saligna, che si riconosce anche dal color verde glauco delle foglie, la loro nervatura centrale molto evidente, e le due orecchiette acuminate che abbracciano il fusto.