Questa pianta, Melia azedarach, anche detta anche albero dei rosari, cresce insieme ad altre simili sotto il muraglione che da corso Aurelio Saffi sovrasta la strada sopraelevata Aldo Moro. Si può alzare gli occhi e vederle, mentre si percorre la sopraelevata all’altezza della collina di Carignano. Oppure affacciarsi sul parapetto del corso, guardare in basso e scorgerle, bianche di fiori all’inizio della primavera e gravide di bacche bianco giallastre fra maggio e giugno.
Dal nome scientifico abbastanza astruso (per l’origine e il significato vedi qui), si capisce che si tratta di una pianta esotica, originaria dell’Asia e importata in Italia dal vagabondare, imposto o casuale, di semi ed essenze per il globo. Coltivata e perfino spontaneizzata in varie regioni d’Italia centro meridionale, anche se non in Liguria, predilige climi caldi e soleggiati. Nelle città si adatta, come altre essenze straniere, ammirata o misconosciuta, vezzeggiata o disprezzata, a seconda dell’umore e della presunzione di chi la guarda.