Fra tutte le numerose piante e pianticelle che meritano l’appellativo di ginestre (la parola deriva dal celtico ‘gen’ , piccolo cespuglio), quelle che appartengono al genere genista sono le più snelle, e graziose, come la flessuosa Genista tinctoria (vedi vecchio blog 1 giugno 2008) che a questa Genista germanica assomiglia molto. Questa ginestra cresce al margine del castagneto, in piccoli cespuglietti dalla base scura e legnosa. Le foglie sono verde acceso, cosparse di fitta peluria. E se venisse in mente di farne un mazzolino, magari strappandola con le mani, o comunque stringendola per i suoi steli più robusti, la sua identità inconfondibile lascerebbe il segno. I rami scuri della base del cespuglio portano infatti acute spine, che difficilmente passano inosservati. Che temperamento queste piante con i loro meccanismi di difesa. La ginestra spinosa se la cava proprio bene. E’ anche piuttosto velenosa, soprattuto i semi che sono neurotossici. Ma i fiori sono del giallo di giugno, che fra nuvole più o meno minacciose e un sole che, quando esce, è sempre più caldo, sta avvicinandosi a grandi passi. Evviva evviva