Il nome ‘dafne’ significa alloro in greco perché queste piante hanno foglie che ricordano quelle dell’alloro. Almeno quelle più grandi, come la dafne laureola (Daphne laureola), doppiamente alloro, di cui ho parlato quest’inverno (15 febbraio 2010), quando inaspettatamente ho incontrato i suoi fiorellini in mezzo al bosco ancora in letargo. Dafne odorosa, profumata, sempreverde, velenosa come molte sue simili, ha foglie più piccole, alterne su steli flessibili e tomentosi, semilegnosi alla base. I fiori rosa acceso, quattro petali appuntiti, sono riuniti in infiorescenze a fascetto di 6 – 12 elementi.
Appartiene a una strana famiglia, le tymelaeaceae e non è pianta comune, anche se è frequente sulle alture della provincia di Genova (qui siamo a Pratorondanino, fra Masone e Praglia), mostrando una certa preferenza, ma non tassativa, per le rocce serpentine. Quest’esemplare, isolato, un po’ sbrindellato, un po’ sperso, vicino alla fine della fioritura, non assomiglia molto alle immagini di dafne odorosa, la bella pianta crudele, che trovo sui libri o in rete. Ma si faceva notare, in mezzo al campo, non lontano dalle viole di Bertoloni e da qualche cefalantèra, o elleborina bianca (10 maggio 2009).
Ancora lei, sempre nella zona, sui magnifici prati dei Piani di Praglia, fiorisce sul substrato calcareo, splendida nelle sue piccole forme.
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