Fiori e foglie... una pianta al giorno
Amo moltissimo le piante. Soprattutto i grandi alberi, le creature più generose della terra. Ma anche le piccole erbe di prato, persino quelle più impudenti, che si ostinano a resistere ai miei tentativi di estirparle dalle aiuole del giardino. Poca gente osserva le piante, forse le trovano noiose. Pochi sanno riconoscere un leccio, o addirittura distinguere un ippocastano da un tiglio. E' un vero peccato, le piante non sono affatto noiose, e in questo diario botanico io voglio presentare ogni giorno una pianta diversa, del giardino, del campo, del bosco
Naturalmente questo blog non ha pretese scientifiche né manualistiche. E' solo una piccola raccolta di pensieri, mentre osservo le piante, con la speranza di imparare a conoscerle meglio.

Domenica, Febbraio 28, 2010
Albero del cotone
Stretto parente di quella chorisia speciosa, ormai meglio denominata ceiba speciosa, che avevo incontrato in gennaio (vedi post del 9 gennaio 2010) nel parco di villa Pallavicini di Pegli, quest'albero dalla strabiliante fioritura non vegeta nei nostri climi, neppure nei giardini, se non, forse, nel nostro profondo Sud. Quest'immagine viene da Delhi, ripresa nel marzo 2003 durante un brevissimo soggiorno nel campus della Jawaharlal Nehru University. L'albero appartiene alla famiglia della bombacaceae e deve il suo nome comune al fatto che, similmente alla ceiba speciosa, falso kapok e alla ceiba pentandra, il vero kapok, all'interno dei suoi frutti, capsule ovoidali, i semi sono avvolti in una lanugine pelosa che ricorda il cotone. Ma niente a che fare con il vero cotone, che é un arbusto della famiglia delle malvacee (gossypium sp). In inglese, accanto all'ovvio "cotton tree", la bombax ceiba viene chiamata anche "red silk", seta rossa, e davvero alla seta fanno pensare le lussureggianti campane che la adornano, alla ripresa vegatativa, prima che spuntino le foglie.

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Giovedi, Febbraio 25, 2010
Incontri di stagione


Foto a destra, vedi anche 4 aprile 2009: le foglie in alto a sinistra sono di ciombolino comune, cymbalaria muralis, vedi 19 marzo 2009



Foto sopra, per ora solo foglie, per i fiori di veronica, vedi 26 febbraio 2009

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Lunedi, Febbraio 22, 2010
Mimosa




L'albero di mimosa, di origine australiana, può raggiungere e superare i 15 metri di altezza. Quest'albero mi ha sorpreso, è alto come una palazzina di tre piani, cioè circa 10 m. E prepara, come di dovere, la fioritura.





Durante questa settimana, il blog si concederà qualche giorno di vacanza. A prestissimo




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Domenica, Febbraio 21, 2010
Alloro


Il nobile alloro è tutto pieno di boccioli rosati (che esploderanno in chiassosi fiorellini gialli). Se ne incontrano parecchi fra strade, giardini e incolti. Nobile com'è, non disdegna di crescere fra sterpaglie e rifiuti, a guardia di qualche discarica. E di fiorire anche lì. Perchè l'alloro è un albero forte e fiero, dirompente, spavaldo, grazioso e profumato. La sua coltivazione è così antica e diffusa che è uno di quegli alberi di cui sfugge l'areale originario. Da non confondere con il lauroceraso, prunus laurocerasus (vedi 5 marzo 2009), famiglia rosacee, che a volte viene chiamato lauro (altro nome dell'alloro), ma del lauro ha soltanto una vaga somiglainza nella forma delle foglie (peraltro decisamente più grandi). L'alloro dà il nome alla sua famiglia, le lauraceae.

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Venerdi, Febbraio 19, 2010
Rosacea

Lo riconosco, non è bello cavarsela così, con un generico rosacea, che vuol dire tutto e niente. Ma non volevo rinunciare a questa profusione di bacche rosse, sui rami spogli di un alberello da niente, sul bordo della strada, in pieno centro. Che cosa sarà? Le bacche hanno la forma e l'aspetto di cinorroidi di rosa, ma la pianta è troppo alta e legnosa per essere una rosa, e poi non distinguo spine; se ci sono sono ben mimetizzate. L'ho fotografato l'anno scorso a febbraio (quest'anno è interamente spoglio, la stagione crudele non gli ha lasciato neppure una bacca), e ho colpevolmente dimenticato di studiarne l'aspetto nella bella stagione, la forma delle foglie, e dei fiori. Solo così avrei potuto determinare se si tratti di sorbo, o di azzeruolo magari. Prometto che lo farò quest'anno, nella bella stagione. Non vedo l'ora che arrivi ...

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Giovedi, Febbraio 18, 2010
Aucuba

Il nome completo di questa pianta è aucuba japonica crotonifolia e stava infatti per imbrogliarmi con la sua somiglianza con il croton. Le piante sono davvero un rompicapo. Il croton, il cui vero nome peraltro è codiaeum variegatum, è una pianta tropicale adattata a pianta da appartamento con attraenti foglie screziate dal verde al giallo, dal rosso all'arancio, fino al bruno. Non è una pianta facilissima, ha bisogno di umidità opportuna e non sopporta le basse temperature; perciò riserva spesso qualche delusione ai coltivatori improvvisati e sprovveduti. Ne ho posseduto uno per diversi anni, in appartamento; cresceva rigoglioso fino al giorno in cui non l'ho spostato in un altro punto della stanza, stessa illuminazione, simile distanza dal calorifero. Non me lo ha perdonato ed è morto nel giro di pochi mesi, nonostante abbia tentato di salvarlo riportandolo dov'era prima. Ma torniamo alla nostra aucuba. Le sue foglie assomigliano moltissimo a quelle del croton, nella varietà a sfumature verde e gialle, ma il suo carattere è di gran lunga più affabile. Resistente al gelo, anche se non gradisce il caldo eccessivo, è adatta per gli angoli ombrosi del giardino. E nei giardini ombrosi e un po' negletti spopola e sopravvive, un po' monotona, silenziosa, direi, anche se è surreale dirlo di una pianta. Non riserva grandi sorprese, a parte timide infiorescenze a piumino di color rosso porpora e ciuffi e bacche rosso vivo, come quelle della fotografia, scovate in un campo proprio sopra la strada. La trovavo una pianta decisamente noiosa e l'ho estirpata quasi dappertutto nel mio giardino. Sono contenta di avere scoperto queste bacche, che la rivalutano un pochino; ma confesso che non la rimpiango. Credo che sia adatta a quei giardino statici e amorfi, li chiamerei giardinetti di rappresentanza.

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Mercoledi, Febbraio 17, 2010
Tradescantia, ovvero erba miseria
Queste semplici piante da vaso, che prosperano in appartamento o in esterno se il clima è caldo, vengono dette 'erba miseria' in italiano e 'wandering jew', ovvero ebreo errante, in inglese. Soprannomi che si riferiscono alla loro modestia, ma soprattutto alla loro capacità di propagarsi velocemente, con steli lunghi e ricadenti. La specie t. fluminensis variegata ha graziose foglie screziate a righe bianche e verdi e a primavera sfoggia gruppi di fiorellini candidi a tre petali, che tuttavia la maggior parte dei manuali di floricultura bolleranno come 'insignificanti'. La varietà rossa ha analoghi fiorellini rosa. Fiori della miseria, snocciolati da un viandante. La pianta dà molte soddisfazioni al coltivatore occasionale perchè radica nell'acqua con estrema velocità. Il gelo dell'inverno la uccide, svelando la sua origine tropicale, o meglio, dice wikipedia, neotropicale, cioè di una zona climatica che comprende l'intera America Centro-meridionale. In ogni caso, nelle regioni meno calde, la tradescantia non sopravvive all'inverno; ma basta conservarne nell'acqua qualche stelo per rigenerare nella bella stagione decine di panieri ricadenti veramente a buon mercato. Il che mi appresto appunto a fare fra qualche settimana.

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Martedi, Febbraio 16, 2010
Berretta del vescovo

Continuo il censimento delle succulente nella mia verandina, così apparentemente imperturbabili alle stagioni. Non è per niente vero. Come dice un manualetto inglese per la cura delle piante(1) che comprai negli Stati Uniti 25 anni fa: "I cactus sono forse le più popolari e più incomprese fra tutte le piante da appartamento. La loro popolarità deriva dalla convinzione che non abbiano bisogno di alcuna cura ... Così, nella maggioranza dei casi vengono mantenuti semi-vivi, alla stregua di ornamenti verdi che non subiscono alcun mutamento durante tutta la loro intera esistenza.... Questa mancanza di crescita deriva dal fatto che non sono comprese le loro vere necessità. Dopo tutto, si pensa, i cactus vengono dal deserto, fioriscono al massimo ogni 7 anni e possono sopravvivere nell'arida sabbia. ... Invece con le cure opportune possono ritornare ad essere quello che sono, piante vive, a crescere e a fiorire, in alcuni casi con la stessa frequenza delle margherite." Beh, io faccio del mio meglio per trattarli da piante vere, ma non sempre li capisco.
Questo cactus (questa volta è proprio una cactacea, le areole sono molto evidenti) è coperto da puntolini bianchi più o meno fitti ed ha una forma bizzarra che gli ha meritato il soprannome con cui è conosciuto. Sempre sul manualetto di cui parlavo prima, trovo che la specie si chiama a. myriostigma, forse è semplicemente un sinonimo, e fa un grande fiore giallo. Ma non credo di essere così brava, e fortunata, da vederlo fiorire.

(1)D.G. Hessayon - The house plant expert - Pbi Publications 1980


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Lunedi, Febbraio 15, 2010
Dafne laurella


Nei boschi umidi di latifoglie, nell'ombra della collina, cresce questa pianticella, arbusto sempreverde, con un unico stelo mai ramificato, alto fino a un metro e lunghe foglie lanceolate di un bel verde lucido. Il suo nome suggerisce due volte quanto assomigli all'alloro, laureola è aggettivo da 'lauro' e dafne in greco significa alloro. Il suoi piccoli fiori profumati, verde giallo, all'apice del fusto, sbocciano fra febbraio e marzo. Ora se ne stanno ancora assopiti, quasi mimetizzati sotto le foglie. Come dicevo qualche giorno fa, la natura in questa stagione bisogna andare a cercarla, stanarla nei suoi più inusuali nascondigli. La dafne è una delle principali rappresentanti della famiglia delle Thymelaeaceae ed una pianta nota fin dall'antichità per virtù medicinali molto spiccate. Ma è pianta assai velenosa il cui uso richiede dosaggi esperti.

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Domenica, Febbraio 14, 2010
Cotoneastro

In un giardinetto qui vicino (veramente si tratta del vialetto di ingresso di un piccolo condomino), ho scovato questo arbusto da siepe ancora carico di bacche rosse. Siccome a primavera si orna di abbondanti fiori bianchi, lo tenevo d'acchio da un po' di tempo. Scopro fra l'altro che è una specie molto raccomandata per siepi e bordure ornamentali, a crescita relativamente rapida e sicura soddisfazione. Ma non sono qui per vendere piante, solo per descriverle a me stessa e ai tre o quattro lettori di queste pagine. Così quello che più mi piace di lui è il rosso della sue bacche in una stagione così avara di colore. Il cotonastro è una rosacea; ne ho un cuginetto in giardino, cotoneaster dammeri (vedi 31 dicembre 2008), oggi purtroppo alquanto provato dalle potature e dal freddo.

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Sabato, Febbraio 13, 2010
Bosso giapponese
Ha le foglie poco più grandi di quelle del bosso comune, lucide e con la punta arrotondata; come il bosso comune (vedi 3 marzo 2009) ha piccoli boccioli alle ascelle fogliari e forma fitte siepi decorative. Bisogna andar per giardini a scovare essenze esotiche per scoprire cose nuove in questa stagione. Non è vero che la natura di casa nostra non offra sorprese, ma è ancora assopita e nascosta, difficile da stanare. Girare per giardini ha il suo fascino, si fanno incontri interessanti, anche poco lontano da casa, anche nel giardino del vicino. Qui siamo ancora alla villetta di Di Negro, al centro di Genova, febbraio 2009, solo appena un po' meno grigio di questo febbraio 2010.

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Venerdi, Febbraio 12, 2010
Ancora Hebe


Ho già parlato di Hebe l'11 gennaio scorso. Non mi dispiace ripetermi per fiori così belli. Come dicevo allora esistono moltissime specie di Hebe e non azzarderò a definire la specie di questa, le corolle sono violette, quasi blu, disposte in infiorescenze più piccole, diverse dalle alte pannocchie che si trovano in molte altre specie. Cresce in mezz'ombra nel parco Villetta Di Negro, nel centro di Genova.


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Giovedi, Febbraio 11, 2010
Euforbia canariensis
Non assomiglia neanche un po' alla stella di Natale, euphorbia pulcherrima, con le sue magnifiche brattee rosse; ma neppure alle euforbia di campo (vedi per esempio 11 maggio 2008), o all'euforbia arborea che cresce sulle coste mediterranee. Eppure si tratta della stessa famiglia, anzi addirittura dello stesso genere, uno dei più affollati del regno vegetale, perchè annovera ben 1700 specie. Sono piante di forme e habitat molto differenti, che si distinguono innanzitutto in succulente e non succulente (grasse e non grasse).
Fra le euforbie succulente, quella della fotografia sembra un cactus, e cactus la chiamerebbe la maggior parte dei profani (fra cui la sottoscritta). Esiste anche un'altra euforbia, piuttosto simile a questa, che si chiama euphorbia pseudo-cactus; tuttavia sono quasi certa che la pianta della foto sia la ricercata e. canariensis, originaria appunto di quelle mitiche isole atlantiche. Le euforbie a forma di cactus si differenziano da questi ultimi perchè non possiedono areole, ma le spine si dipartono dal fusto attraverso protuberanze e se una spina viene asportata lascia sul fusto una piccola ferita.
La mia euforbia era in origine molto più piccola, alta circa 10 cm. Contro la vetrata del mio ufficio, al tredicesimo piano di un grattacielo situato non lontano dalla Lanterna di Genova, con vista aperta sul quartiere di Sampiedarena e le sue colline, si è trovata bene. Costantemente abbeverata con moderazione, è cresciuta in altezza in modo considerevole, fino a quasi 80 cm. Non so se farà mai i fiori, ma mi accontento. So che per queste piante le nostre stanze chiuse, con la loro aria artificiale, sono pur sempre una dolorosa prigione.

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Mercoledi, Febbraio 10, 2010
Pachipodio

Ecco una pianta straordinaria. Sembra un cactus dalle lunghe foglie, ma naturalmente non lo è. Appartiene alla famiglia delle apocyniaceae e viene dal Madagascar. Curiosando in rete fra i cultori di succulente, cactus & co, ho trovato molti appassionati che lo chiamano familiarmente 'pachy'... Il mio è molto piccolo e il fusto quasi non si distingue sotto tutte quelle foglie (quello sulla sua destra è un cactus). In realtà assomiglia assai poco alle rigogliose 'palme del Madagascar' che vedo nelle fotografie, con ampia base (da cui il nome dal greco pachys, grosso e podos, piede), foglie allungate e soprattutto incredibili fiori bianchi. Ma della specie sono certa, almeno con questo nome l'ho acquistato. Non so se diventerà grande, in realtà non so come aiutarlo a diventare grande, e non credo che farà mai dei fiori. Ma a me piace anche così, e molto, e spero che arrivi presto anche per lui la bella stagione.

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Martedi, Febbraio 09, 2010
Mammillaria cactus peloso

Al riparo dei vetri della 'bussola', la verandina di fronte alla porta d'ingresso, le succulente se ne stanno tranquille, assopite, nei loro lettini di sabbia e sassi. Ci sono cactacee, crassulacee, euforbie e apocinacee. Soltanto la crassula (vedi 17 ottobre 2009) ha continuato a crescere e fiorire con testardaggine. Solitaria la mammillaria, è un cactacea nana dall'aspetto peloso, con corti fusti raggruppati. Questa specie porta generalmente fiori gialli, ma non la varietà Antje che ha fiori rosa. Le spine dei cactus spuntano a mazzetti da piccole zone circoscritte denominate areole (altro riferimento alle mammelle, così come il nome del genere). Quando una spina si stacca non lascia una ferita, ma solo un posticino vuoto, o meglio una piccola spina in meno.

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Lunedi, Febbraio 08, 2010
Cipresso della California o di Lawson

Questo cipresso ha foglie di colore verde tenero, oppure più scuro e tendente al blu, disposte in rametti appiattiti, e viene molto usato per siepi e bordure. I frutti sono coni, o meglio galbuli, ma più piccoli di quelli del cipresso comune (20 febbraio 2009). Ha fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui, proviene dalla California del nord, al confine con l'Oregon, sulle sponde dell'oceano Pacifico, da un clima fresco, umido e temperato. Ce ne sono diversi nel circondario e forse si trova bene nel microclima di casa mia, che è abbastanza umido, con un'ombra mattutina (siamo esposti a ponente) che mitiga un poco il caldo torrido dell'estate.

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Domenica, Febbraio 07, 2010
Stellaria

La stellaria è una piccola erbetta infestante, della famiglia delle caryophylliaceae (per intenderci, la famiglia di garofani e sileni), morbida e tenace, che fiorisce sempre, e in particolare fiorisce alla fine dell'inverno. Ma con fiori così microscopici, petali così sottili, da passar quasi inosservata. Combattuta come tutte le malerbe, non è però pianta trascurabile, perchè le sue foglie umide e grassocce sono note da secoli agli erboristi campestri per varie virtù officinali.
Oggi prima domenica di febbraio, giorno della fiera di sant'Agata, il tempo è mite e gentile, con un sole dolce che ha una timida fragranza di primavera. Molto meglio dell'anno scorso quando il giorno della fiera (era il 2 febbra io) faceva un freddo pungente. Nel prato cominciano a far capolino le primule, per il resto soltanto seneci gialli (vedi 8 febbraio 2009), e, a cercarla bene, qualche stellaria.

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Sabato, Febbraio 06, 2010
Gli alberi quando si spogliano: pioppo cipressino


Il pioppo cipressino è una varietà di pioppo nero dal portamento molto slanciato, a forma di fuso, che ricorda quello di un cipresso. E' un grande albero che può raggiungere i 40 metri, diffusissimo nelle nostre campagne, specialmente nella pianura padana, tanto che viene spesso chiamato 'pioppo italico'. Viene coltivato per ricavarne cellulosa o per scopo ornamentale o frangivento, perchè forma viali ordinati e discreti. Così alto e nudo, in questa stagione sembra alquanto gracile e indifeso, ma in realtà è un albero robusto. Molto resistente all'inquinamento, viene usato anche nelle vicinanze degli impianti industriali, filari per nascondere qualche bruttura, capannone o stabilimento. L'albero della fotografia cresce insieme a tre o quattro suoi simili sul piazzale della chiesa di Fontanegli, vicino a casa mia, e si riconosce, alto e appuntito, anche spoglio, anche da lontano.
Nel frattempo è tornato il sole, non so quanto durerà, ma posso ricominciare a scrutare sui muretti e fra l'erba alla ricerca di qualche novità. Per ora sono solo foglie, oppure microscopici bottoncini che è difficile dire che cosa contengono. Così le gemme sugli alberi da frutto, questo è il periodo in cui bisogna allenarsi a riconoscere quelle da fiore da quelle da legno.

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Venerdi, Febbraio 05, 2010
Inverno

Mi arrendo. Sono diversi giorni che non ho nè il tempo nè la fantasia per trovare una bella immagine di qualche pianta di stagione. Solo piante spoglie, grigie e bianche, come il colore delle mie giornate. Piante senza nome, perchè irriconoscibili senza fiori nè foglie. O piegate sotto il peso della bufera. Come i lecci e gli ulivi, sbiaditi e pazienti. Questa sera è tornata un po' di neve, molle e sfatta, dovrebbe durare poco. Da qualche giorno il gelo ha allentato la morsa, e la piccola primula è sbocciata (vedi 24 gennaio 2010). La luce sta diventando più lunga, la notte più breve. Però sono ancora molto poche le novità in queste giornate, e fiori e foglie scarseggiano, ahimè.

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Martedi, Febbraio 02, 2010
Cobea rampicante

Un lussureggiante rampicante si profonde sui muretti dei viottoli (potrei anche chiamarli creuze) lungo versanti assolati di fronte al mare. A primavera, mi dicono, produce dei fiori a campanula, inizialmente verdi, poi viola scuro. Io non li ho mai visti, ma devono essere particolari. D'inverno sono rimasti soltanto i calici, le brattee che li contenevano. Ho invece visto diverse volte i verdi frutti, lisci e gonfi, ricordano quelli della passiflora, con la quale ha in comune l'origine tropicale.




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Lunedi, Febbraio 01, 2010
Mercorella comune
mercurialis annuaSono le erbe così dette infestanti a far verde la terra. Anche quando la temperatura è più bassa del normale, come in questo periodo, attraverso piogge gelate, neve, vento, nebbie, tanto da farci dimenticare il colore del sole, ci pensano loro, le inutili e dannose malerbe, a mantenere verde il prato. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ed è superfluo specificare che si tratta di pianta velenosa, addirittura, leggo qui, "rientra nella lista del Ministero della Salute per l'impiego non ammesso nel settore degli integratori alimentari", e ancora "se abbondante nei pascoli può dare avvelenamento agli animali". Ma intanto cresce indisturbata sul bordo dei viottoli e fiorisce tutto l'anno. I fiori verde giallo come nella foto dovrebbero essere i fiori maschili. Infatti si tratta di pianta dioica. Bisognerebbe controllare quando sbocciano che abbiano (solo) gli stami. Frequente è anche la sua parente (stesso genere diversa specie) perenne, detta appunto mercurialis perennis, che ha perciò radici più robuste, destinate a durare, radici rizomatose. Invece la mercorella comune ha sottili radici fascicolate perché si rinnova ogni anno.

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