Martedi, Marzo 31, 2009
Favagello
E' forse l'unico dei ranunculi ad avere un interesse alimentare; la maggior parte degli altri sono più o meno tossici. Invece il favagello, piccola pianticella dalle foglie lucide e carnose e i fiori sfavillanti, è uno degli ingredienti delle zuppe di verdura di prato che si consumavano un tempo nelle campagne e oggi la cucina naturale cerca di rispolverare. E' un'erba presente nella zuppa lucchese, e forse, dico io, anche nel preboggion ligure (prebugiùn), miscuglio di erbe spontanee che si utilizzano lessate per preparare minestre, torte salate e il ripieno dei pansoti, i ravioli liguri di magro. Queste antiche miscele di erbe non sono sempre facilmente riproducibili da profani o anche appassionati, ma non sufficientemente esperti. Molte erbe si assomigliano e anche se bisogna essere proprio sfortunati ad imbattersi in un'erba molto velenosa, ci sono erbe indigeste, o semplicemente troppo amare. Le foglie del favagello, e anche i boccioli dei fiori, sono freschi e dolci, anche se come tutti i ranuncoli, avvertono gli erboristi, è piuttosto energetico e va usato in dosi esatte.
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Lunedi, Marzo 30, 2009
Lunaria annua o monete del papa
Prima di diventare le monete del papa (vedi 19 maggio 2008), i fiori della lunaria annua sono di un bel rosa acceso, a quattro petali come tutte le crucifere, vagamente assomiglianti a quelle (bianchi) della sua lontana parente rucola, eruca sativa (13 ottobre 2008). La lunaria è una pianta annuale, ma poichè in genere rinasce molto vicino a dove si trovava l'anno precedente, potrebbe essere scambiata per una perenne. Molto vicino, ma non proprio nello stesso posto: ho notato che quest'anno ne è cresciuto un folto cespuglietto venti o trenta centimentri a ridosso del muro. La mia raccolta di monete del papa dovrebbe essere molto abbondante.
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Domenica, Marzo 29, 2009
Amento
L'amento è un'infiorescenza racemosa, una specie di spiga pendula, che porta molti piccoli fiori dello stesso sesso, privi di picciolo (sessili). Di solito, gli amenti maschili sono più lunghi e pendono verso il basso, mentre quelli femminili sono più corti e spesso eretti. La maggior parte delle piante con infiorescenza ad amento ha impollinazione anemofila, cioè portata dal vento; in questi casi i fiori maschili producono molto polline, che si diffonde intorno alla pianta, per aumentare la probabilità di fecondazione. I più comuni, dalle nostre parti, sono gli amenti del nocciolo, che compaiono d'inverno, quando l'albero è spoglio (21 settembre e 11 dicembre 2008) e gli amenti del carpino, che fioriscono invece quasi insieme alle prime gemme fogliari. Hanno amenti appariscenti, anche le betulle, i castagni (23 giugno), gli ontani (27 settembre) e i salici. L'arbusto di questa fotografia (scattata nell'orto botanico di Lucca) è invece molto esotico, di origine giapponese, e la sua famiglia, stachyuraceae, non è neppure contemplata nei miei libri di piante italiane ed europee. Negli orti botanici e nei giardini però questa pianta è molto considerata per i colori intensi che propone in tutte le stagioni: amenti di fiori gialli alla fine dell'inverno, bacche verde scuro per tutta la bella stagione e poi foglie rosse fiammeggianti prima di spogliarsi in autunno.
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Sabato, Marzo 28, 2009
Cornetta dondolina
La prima ginestrina è fiorita, prima di tutte le altre punteggia il bosco di giallo. E' una pianta sottile e slanciata, con piccoli fiori gialli, disposti in infiorescenze a capolino, a volte anche isolati, e foglie composte, da 5 a 9 segmenti, leggermente più chiare sulla pagina inferiore. Chiedo scusa di averla chiamata ginestra, non fa parte della tribù delle Genisteae, secondo Wikipedia. Con le ginestre (genere cytisus, genista, vedi 1 giugno 2008, o spartium, vedi 27 maggio 2008) la cornetta dondolina ha in comune la forma dei fiori, papilionacei e incurvati, e il loro colore, solare e acceso, che si perde un poco nel sottobosco spoglio. Per tutto il resto invece, è pianticella più schiva e meno chiassosa, e in questo assomiglia alle sue più strette parenti, le coronille dei prati (vedi 15 giugno 2008).
scritto alle 22:53 da CarlaFed :: COMMENTI
Venerdi, Marzo 27, 2009
Potentilla
E' una piccola rosacea, a portamento strisciante, che cresce nei prati, negli orti e sui bordi delle strade. Il suo nome scientifico significa "grande forza in piccolo fiore" e simili a lei si trovano molte altre specie di potentille, minute, fresche, determinate. Questa varietà è detta comunemente cinquefoglie, perchè ha foglie palmate, composte di cinque foglioline seghettate. I fiori sono bottoncini dorati a cinque petali. Si dovrebbe dire che è un'erba infestante, davvero se cresce troppo vicino all'insalata, sono costretta a strapparla. Ma non darei mai dell'infestante a una pianticella così carina.
scritto alle 22:22 da CarlaFed :: COMMENTI
Giovedi, Marzo 26, 2009
Anemone stellata
Nei prati e nei boschi, fra marzo e aprile, fioriscono molte specie di anemoni. Sono fiori deliziosi e aggraziati, brevi come respiri, ma dalla copiosa fioritura. Ho incontrato questo anemone su una radura a circa 500 metri di altezza, sopra Bavari (Genova), in direzione del forte dei Ratti. Cresceva a frotte, nel bel mezzo dell'erba ancora marroncina. E' anche detto anemone dei fioristi perchè frequentemente coltivato, anche per fiore reciso. Cresce spontaneo fino alla Liguria e all'Emilia Romagna, ma è assente nel Nord. Il fiore è unico, profumato, con petali appuntiti, rosei, violetti o quasi bianchi, stami azzurro viola e antere nere. Mentre le foglie basali sono lobate e laciniate, quelle cauline (cioè le foglie che crescono sullo stelo) formano un verticillo di tre o più foglie allungate, a una certa distanza al di sotto del fiore. Quasi mai lo faccio, ma stasera avevo voglia di descrivere proprio bene questa pianticella, come andrebbero descritti tutti i capolavori.
scritto alle 22:23 da CarlaFed :: COMMENTI
Mercoledi, Marzo 25, 2009
Salice piangente
La primavera non è solo stagione di fiori, ma anche di germogli teneri e di snelle foglie verde pallido. Fra poco più di un mese questo albero sarà ricoperto della lunga e flessuosa chioma che tutti conoscono. Oggi le sue foglie sono graziosamente rade, titubanti. Il salice piangente è il salice più famoso di tutti, ma anche uno degli alberi più appariscenti e riconoscibili. Originario dell'Oriente, probabilmente la Cina, è specie conosciuta soltanto in coltura e così a lungo coltivata nel nord Africa, Asia occidentale ed Europa orientale che il suo habitat originario non può più essere determinato. Bello è bello, il classico ornamento per una villa di lusso, quasi scontato, nobile, ma non altezzoso. Da bambina sognavo un giardino con un laghetto e morbidissimi rami di salice piangente che si tuffano sulla superficie immobile dell'acqua. Molto romantico. Oggi amo alberi più grezzi e materiali, ma simpatizzo per quella piccola tortora, lassù sul ramo più alto, molto vicino al cielo. Fotografato in via Dodecanneso, Genova, quartiere di Albaro, marzo 2009.
scritto alle 22:56 da CarlaFed :: COMMENTI
Martedi, Marzo 24, 2009
Forsizia
E' protagonista, quasi suo malgrado, dei giardini di marzo, che dipinge con il suo giallo acceso, ma non poi molto più duraturo di quello delle mimose. Non sono ancora riuscita a capire se i giardinieri la amino o no. Certo la ricercano e non potrebbero farne a meno, quando fiorisce copiosa sui rami spogli, colorando all'improvviso le siepi ancora invernali. Ma un po' la snobbano, come pianta facile, anzi facilissima. E ancora "intramontabile e un po' sciocca" (vedi questo link), e stridente, elettrica, schizofrenica (P.Pejrone1, che consiglia piuttosto la forsythia suspensa, purtroppo assai meno comune nei vivai). Ciò che più si rimprovera a questo bell'arbusto, placido e generoso, è che dopo la fioritura si ritira in un anonimato discreto e un po' spento, nonostante le belle foglie verde scuro. Ma questo non è forse il destino di tutte le piante normali, che hanno una stagione per fiorire, una, più lunga, per vegetare e un'altra per riposare?
1 In giardino non si è mai soli - Feltrinelli, 2002
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Lunedi, Marzo 23, 2009
Mirabolano
Questo grazioso albero delle rosacee è molto comune nei viali e nei giardini, anche nelle città. Come tutte le piante della sua famiglia, ha piccoli fiori ermafroditi a cinque petali semplici, ma molto seducenti, che compaiono prima delle foglie. Molti alberi delle rosacee sono in fiore in queste settimane, nuvole bianche o rosa sparse nei giardini e nei campi. Non sempre riesco a riconoscerle, pruni, meli, peri, rosei peschi, o ciliegi da fiore. Questa varietà di mirabolano è abbastanza inconfondibile: i fiori sono rosa tenue che si spalanca in bianco, le foglie rosso porpora, scure e levigate. E' fin troppo carico, o saturo come dicono i fotografi, questo colore contro l'azzurro terso del cielo. In estate compaiono i frutti, globosi, commestibili come piccole prugne, rossi a polpa gialla. Ma se l'albero è un ornamento da giardino quei frutti zuccherini che si spiaccicano sul marciapiede sono più una noia che una benedizione. Peccato. Certo in tempi più frugali e schietti tutto quel ben di dio non sarebbe andato sprecato. Fotografato lungo la statale 225, in località Acqua d'Ognio, provincia di Genova, 21 marzo 2009.
scritto alle 22:00 da CarlaFed :: COMMENTI
Domenica, Marzo 22, 2009
Salice delle capre
Sta davvero esplodendo la primavera e i fiori sono tanti, ancora un po' intimiditi dall'aria fresca e pungente, ma svariati e imprevisti. Fra piccoli gioielli e teneri germogli, è difficile non far torto a nessuno. Il salice delle capre, o salicone, è tutto coperto di nuvole bianche. Questa mattina, da lontano, l'avevo scambiato per una rosacea, un albero da frutto o da fiore come melo, prugno e ciliegio. Mi sono avvicinata e, al posto delle piccole corolle candide, scopro quella profusione di piumini gialli e verdi. I fiori, come spesso accade, precedono le foglie (per le foglie vedi 30 ottobre 2008).
Il salice è una pianta monoica, porta cioè fiori femminili e maschili separati, ma sulla stessa pianta. I fiori di entrambe i sessi sono disposti in infiorescenze pelose che si chiamano gatici. Quelle maschili sono molto vistose, morbide e gialle (a sinistra); verde argentato, lucide e piumose, sono le infiorescenze femminili (sopra a destra). Sono entrambe molto decorative e nei paesi dove non cresce l'olivo, i rami del salicone, coperti di fiori, ma ancora privi di foglie, vengono usati per addobbare l'interno delle chiese la Domenica delle Palme e durante la settimana santa.
scritto alle 22:49 da CarlaFed :: COMMENTI
Sabato, Marzo 21, 2009
Primavera
brilla nell'aria, e per li campi esulta sì ch'a mirarla intenerisce il core
Vista dai bastioni del Castello di Calice al Cornoviglio (La Spezia), marzo 2002 (Con un po' di imbarazzo, dopo una breve indagine familiare che ha appurato quanta ignoranza mi circonda, mi pare opportuno specificare che l'autore dei versi qui sopra è tale Giacomo Leopardi da Recanati)
scritto alle 19:32 da CarlaFed :: COMMENTI
Venerdi, Marzo 20, 2009
Fava
Le fave sono ortaggi molto antichi, utilizzati nel vecchio continente fino dalla preistoria. Erano alimento comune anche nelle società greche e romane; e così è finita che hanno dato il nome a tutta la grande famiglia della fabaceae o leguminose, le piante con i bacelli e i fiori a farfalla. Doveva ugualmente essere noto fin dall'antichità che certe persone non possono assolutamente mangiare le fave. Queste persone hanno una malattia genetica detta appunto 'favismo' che consiste nel malfunzionamento di un enzima molto importante per la vitalità dei globuli rossi del sangue. Tale malfunzionamento viene aggravato dall'ingestione di fave e ciò provoca l'improvvisa progressiva distruzione dei globuli rossi, con conseguenze molto gravi, fino alla morte. Per tutti gli altri invece, la fava è un simpatico legume, commestibile crudo o cotto, che matura con la primavera e diviene un po' il simbolo delle scampagnate di aprile e maggio. Seminate in autunno, hanno sopportato un duro inverno, e ne sono uscite provate, ma più forti, già piene di fiori bianchi e neri, con straordinarie sfumature viola.
scritto alle 22:02 da CarlaFed :: COMMENTI
Giovedi, Marzo 19, 2009
Olmo
Prima delle foglie, sbocciano sui rami dell'olmo i piccoli fiori rossi, con stimmi bianchi, che passano quasi inosservati sui rami spogli. Più appariscenti diventano quando si sviluppano le samare, i frutti alati, ovoidali, costituiti a una larga ala membranosa che circonda il seme e riuniti in mazzi densi. I rami si colorano di un verde chiarissimo, un giallo trasparente, che parrebbe quasi germoglio di foglia. Ora la città è tutta piena di olmi carichi di frutti. Resteranno sul ramo più di un mese dopo la fioritura, mutando il loro colore dal tenero verde giallo, a ocra, a pallido bruno. Diventeranno ruvidi e secchi, incartapecoriti, come tutti i tessuti quando invecchiano. Infine cadranno al suolo, germogliando nel giro di pochi giorni. Gli olmi in città sono quasi sempre della specie ulmus minor, che si chiama anche ulmus carpinifolium. Per le foglie (che ora non sono ancora spuntate), rimando a un'altra della mie pagine.
scritto alle 22:35 da CarlaFed :: COMMENTI
Mercoledi, Marzo 18, 2009
Erica carnea
L'erica è una pianta magica, una pianta da fate, che vanta schiere di appassionati in tutto il mondo. In realtà si tratta di una famiglia di diverse centinaia di piante, semplici e appariscenti, frugali, ma ricercate. Giardino di eriche è la brughiera (brugo è il nome volgare della da noi comunissima calluna vulgaris, un'ericacea che fiorisce d'estate), che richiama l'immagine di campagna rocciosa e scoscesa, battuta dal vento. Piante rupestri, le eriche vogliono suoli umidi e acidi, il famoso terreno d'erica in cui prosperano anche rododendri e camelie. Piante legnose, ma i loro fiori hanno colori sgargianti. Le eriche più comuni sono abbastanza simili fra di loro, ma fioriscono in periodi diversi e c'è veramente un'erica per ogni stagione. L'erica arborea, a fiori bianchi, è primaverile, mentre il brugo fiorisce, come ho detto, d'agosto. Invece l'erica carnea buca la neve e fiorisce d'inverno, fino a metà primavera. Fotografata lungo la strada per il monte Lavagnola, alta Val Fontanabuona (entroterra di Genova), fine marzo 2004.
Martedì, Marzo 17, 2009 Tarassaco
Perchè non dovrei parlare di questa pianta, forse l'erba selvatica più conosciuta in assoluto, così comune, diffusa, appariscente? Forse perchè non è erba pregiata, ma ha nomi comuni non troppo eleganti, come pisciacane e piscialetto, soffione o smorzalume. Forse perchè, pur essendo la più celebre insalata dei campi, è discretamente amara e non incontrebbe oggi l'apprezzamento dei suscettibili palati dei cittadini. Del tarassaco si sa tutto e poco c'è da dire. Che le foglie vanno raccolte prima della fioritura, quando formano rosette basali più o meno spesse. Che le radici invece bisogna prenderle in autunno, quando sono più grosse e ricche di sostanze nutritive. Il tarassaco si riproduce con tale esuberanza che mi pare difficile che qualsiasi tipo di raccolta possa danneggiarlo. Ne ho estirpati a decine da una piccola fascia che ho dissodato anni fa. Mi dispiaceva e chiedevo perdono mentre lo facevo, erano bellissimi. Ma non si possono lasciare troppi tarassaci dove si vogliono zucchini e melanzane.
scritto alle 22:49 da CarlaFed :: COMMENTI
Lunedi, Marzo 16, 2009
Ciombolino comune
Cresce sulle rocce e nelle fessure dei muri, sul muschio, dove l'ho scovata sabato nella mia breve passeggiata. Pianticella senza grande interesse domestico o officinale, ma sufficientemente graziosa da poter attrarre gli sguardi. Della famiglia delle scrufulariaceae (come la veronica, vedi 28 febbraio 2009), ha fiori screziati a forma di tubo terminanti a labbro, come le sue parenti, le bocche di leone e le linarie. Dopo la fioritura, i peduncoli portanti le capsule con i semi crescono verso le fessure più anguste della roccia e depositano il loro contenuto nei recessi e nelle fenditure dove trovano l'ambiente più adatto per germinare.
scritto alle 21:38 da CarlaFed :: COMMENTI
Domenica, Marzo 15, 2009
Erba trinità
Ho scritto che ieri nel bosco non avevo trovato niente di sorprendente. Non è vero. Mentre tornavo a casa, appena al di sopra di un breve muretto che costeggia la strada carrozzabile, vedo dei fiori rosa blu, comuni, ma non banali. L'erba trinità, il cui nome scientifico è hepatica, è una pianta della famiglia delle ranunculaceae, e come molte sue parenti è molto attraente, ma velenosa. Le corolle, con da 6 a 8 petali, sono di colore cangiante dal rosa chiarissimo, quasi bianco, al celeste o lillà azzurrato, fino al viola pallido. Le foglie poi sono molto singolari, a tre lobi precisamente disegnati (da cui il nome erba trinità), verde maculato di fronte e rossicce sul retro. Che ha a che fare questa pianticella con il fegato da cui ha preso il nome (volgarmente viene anche chiamata fegatella)? Non è affatto un medicinale come verrebbe da supporre, come ho detto, è discretamente velenosa. Sono il colore e la forma delle foglie che ricorderebbero il fegato ... boh, dato che ci solo tante foglie a forma di cuore, è giusto non fare torto a nessuno e scovare anche qualche foglia 'a forma di fegato'. Ma il nome questa volta non rende giustizia a un nobile fiorellino che fiorisce per pochissime settimane nei sottoboschi freschi e calcarei, come una pioggia di stelle colorate.
scritto alle 19:07 da CarlaFed :: COMMENTI
Lamio o falsa ortica
(originalmente pubblicato sabato 14 marzo, ore 18.30 e poi cancellato per errore)
Ho fatto una passeggiata nei boschi per cercare segni di primavera. Oltre lo spesso strato di foglie secche e al sole del bosco spoglio, ho trovato ellebori (helleborus foetidus, 25 gennaio), crochi (5 febbraio) e primule (primula vulgaris, 7 marzo). Nient'altro, per adesso. A tratti più variata la fioritura sui muretti a secco che delimitano le crose, la borsa pastore (capsella bursa-pastoris, 22 febbraio), le veroniche (v. cymbalaria, 26 febbraio e v.persica, 28 febbraio), e in alto sulla fascia qualche cespuglio di lamio in fiore. Di questa pianta si incontrano almeno tre specie molto comuni. Il lamio bianco o ortica bianca (lamium album), è molto simile a quello della fotografia, ma ha fiori candidi. Il lamio rosso (lamium purpureum) ha fiorellini rossi, ma molto più piccoli. Tutte e due sono piante commestibili e officinali. Il lamium maculatum ha una certa prestanza; a causa dell'aspetto dei fiori e della curiosa colorazione delle foglie viene persino coltivato nei giardini. Queste piante hanno foglie molto somiglianti a quelle dell'ortica (urtica dioica, 4 dicembre 2008), ma non sono imparentate con lei, nè hanno peli orticanti. I fiori, a forma di bocca aperta, indicano la famiglia di appartenenza, le labiate. Questi fiori così particolari hanno il duplice scopo di attirare gli insetti con una forma accattivante, che ricorda la forma del ventre di una femmina, e offrir loro un ricettacolo da dove succhiare il nettare senza poter evitare di cospargersi del polline dalle antere. Infatti, le piante ermafrodite come le labiate portano entrambe i caratteri sessuali sullo stesso fiore, ma necessitano comunque dell'impollinazione incrociata per fruttificare e riprodursi.
scritto alle 19:04 da CarlaFed :: COMMENTI
Venerdi, Marzo 13, 2009
Pervinca
I fiori della pervinca hanno una forma che ricorda quella delle girandole colorate, cinque petali ampi, smussati all'apice, ma uniti alla base. E' una pianta sempreverde, coltivata nei giardini, inselvatichita, ma anche diffusa allo stato selvatico. Si scopre all'inizio della primavera, quando sui fusti striscianti e fra le foglie ovali e lucide, spuntano cuscini di fiori azzurro violetto (il blu pervinca) e di grazia incredibile, come ritagliati nella carta colorata. E' vero, verrebbe da dire 'sembrano finti', ma non perchè le cose vere siano meno belle, ma perchè le cose naturali si guastano, si consumano, si disfano, si ammalano e muoiono. I fiori della piccola pervinca, invece, sembrano sempre così puliti e netti, perfetti nell'eternità di un istante. La famiglia è quella delle Apocinaceae e la fotografia è stata ripresa nel paese abbandonato di Arena, in val Fontanabuona, marzo 2003.
scritto alle 23:36 da CarlaFed :: COMMENTI
Giovedi, Marzo 12, 2009
Aglio napoletano
Che belli i fiori di questa specie di aglio, dolcemente profumati, candidi, stellati, disposti in una morbida ombrella. Erano già sbocciati, recidendo la guaina papiracea, nel verde disordinato di una piccola fascia, incolta, in mezzo a case di città, nel mese di marzo, anno 2002. Le specie di piante del genere allium sono migliaia. Le più famose sono quelle usate in cucina come verdure aromatiche, per esempio A.cepa, cipolla, A. sativum, aglio, A.porrum, porro e A.ascalonicum, scalogno. A causa del loro odore e sapore pungente, non a tutti sono gradite, ma io le trovo insostituibili. Ne ho piantate un bel po', ma a causa della stagione rigida sono ancora un po' indietro. Purtroppo per usarle in cucina occorre evitare che vadano in fiore.
scritto alle 22:30 da CarlaFed :: COMMENTI
Mercoledi, Marzo 11, 2009
Scilla bifoglia o silvestre
Questo elegante fiorellino turchino, che ho già mostrato in un'altra pagina, cresce nei sottoboschi di castagno o faggio, oltre lo spesso tappeto di foglie secche. I fiori hanno sei petali a punta e sono disposti a racemo, un'infiorescenza a grappolo formata da un asse allungato che porta i fiori su pedicelli. Così, prima di aprirsi, il gruppo dei fiori si presenta come in questa fotografia, una specie di salsicciotto azzurro al centro delle due larghe foglie, lucide e lanceolate, di forma assai simile a quelle dei giacinti. Della stessa famiglia di questi ultimi (Liliaceae o meglio ancora Hyacinthaceae), giacinto turchino è un'altro nome volgare di questa pianticella, un'altro piccolo gioiello della primavera. Fotografata sulle pendici del monte Lavagnola, alta Val Fontanabuona (entroterra di Genova), marzo 2004.
scritto alle 21:57 da CarlaFed :: COMMENTI
Lunedi, Marzo 09, 2009
Fiori fra le rovine
In mezzo a un giardino abbandonato, un prato incolto in mezzo a case di città, sbirciando attraverso una porta di legno tenuta semichiusa da un rozzo catenaccio, fra sterpi e pampini spogli, e un po' di spazzatura, ho visto questo fiore, forse una liliacea, o un'amarillide, che diritto e puro, non manca all'appuntamento con la sua stagione.
scritto alle 23:42 da CarlaFed :: COMMENTI
Domenica, Marzo 08, 2009
Eritronio dente di cane
Quando la fioritura dei crochi volge al termine, il sottobosco dei castagneti e faggeti, ancora molto luminoso perchè il bosco è spoglio, si ricopre di vari tipi di fiori. L'eritronio o dente di cane (pare che questo singolare nome sia dovuto alla forma del bulbo) è uno di questi. Abbastanza comune nel Nord Italia, è assente invece nel Centro-Sud. Con la solita superficialità del turista, per anni ho pensato che si trattasse di una sorta di 'ciclamino selvatico'. Forse perchè i petali ribattuti all'indietro ricordano la forma dei fiori di ciclamino. Le somiglianze superficiali spesso traggono in inganno. L'eritronio è una liliacea, monocotiledone, con radice a bulbo e caratteristiche foglie lanceolate con macchie scure e porpora. Affascinata dalla grazia delle sue forme, una volta, confesso, l'ho sradicato e portato a casa. Sopravvisse, ma non durò a lungo terminata la fioritura. Ho imparato che certi fiori è di gran lunga preferibile lasciarli nei boschi. Per finestre e balconi meglio i ciclamini dei vivai. Non sono affatto imparentati, neanche alla lontana; il ciclamino appartiene alla famiglia delle primulaceae, dicotiledoni, e la sua radice non è un bulbo, ma un tubero. Fotografata presso il rifugio Monte Aiona, località Pratomollo, in val d'Aveto, fine marzo 2004.
scritto alle 22:18 da CarlaFed :: COMMENTI
Sabato, Marzo 07, 2009
Primula
Sono arrivate, le piccole sentinelle della primavera. Ho controllato il prato di fronte al cancello e finalmente le ho viste, dopo l'ennesima settimana di pioggia, brillare gialline nel sole già tiepido e profumato. Ci sono primule di tutti i colori che si comprano nei vivai e si sistemano in vasi ed aiuole. Primule rosse, rose, e violette. Ma la primula selvatica, quella dei campi, è gialla. La p. vulgaris è il tipo più comune, a fiori solitari su singolo stelo. Fiorisce nei prati e anche nei sottoboschi, ma prima che gli alberi mettano le foglie perchè ama il sole e non crescerebbe nell'ombra da essi provocata. Quella della fotografia è un ricordo di una gita in val di Vara nel marzo 2002. La p.veris, meno comune e diffusa in mezza montagna, ha invece i fiori, sempre gialli, disposti in un'infiorescenza a ombrello, in gruppi da 1 a più di 10.
scritto alle 19:48 da CarlaFed :: COMMENTI
Venerdi, Marzo 06, 2009
Viburno (lentaggine)
La fioritura del viburno, leggo, in clima mite può essere molto precoce. Finalmente. Nonostante l'inverno infinito, già da tempo si stanno spalancando, pallidamente rosa, le ombrelle del viburno (per le bacche, vedi 18 settembre 2008).
scritto alle 23:25 da CarlaFed :: COMMENTI
Giovedi, Marzo 05, 2009
Lauroceraso
Il nome di questo bell'arbusto, solido e decorativo, suggerisce che sia una specie di incrocio fra l'alloro (lauro) e il ciliegio (ceraso). E invero le foglie ricordano quelle dell'alloro, anche se sono più larghe e meno aromatiche. Ma la famiglia è quella del ciliegio, le rosaceae, e del ciliegio è proprio lo stesso genere, un altro prunus pronto a ricoprirsi di fiori bianchi, piccoli, disposti in pannocchie, all'inizio della primavera. La fotografia di oggi è stata scattata nel marzo 2003 nei pressi della mia abitazione precedente, viale Bernabò Brea, quartiere San Martino Sturla. Un'esperimento edilizio per certi versi assai coraggioso, viale Bernabò Brea è una valletta che il comune di Genova ha edificato a case popolari negli anni '50. Molto del verde originale è rimasto, a tratti trascurato e negletto, a tratti recuperato dallo zelo degli abitanti. I laurocerasi fioriscono molto, vaporosi e sfuggenti. Poi, d'estate, si coprono di bacche brevemente rossicce e infine nere. La forma è proprio quella delle ciliegie, ma non sono commestibili.
scritto alle 22:20 da CarlaFed :: COMMENTI
Mercoledi, Marzo 04, 2009
Fior di pesco o cotogno da fiore
Rinchiusa oltre le inferriate di un giardinetto1, si accende sgargiante nel grigiore di fine inverno la cydonia, o chaenomeles (chi dice che siano sinonimi, chi due diversi generi), detta fior di pesco, cotogno da fiore o cotogno del Giappone. I fiori di questa bella rosacea ornamentale sono rosa acceso, o rosso carminio, o arancio. Non saprei dire la differenza fra japonica e speciosa come fra le innumerevoli varietà offerte nei vivai. Parente stretto del cotogno, una pianta che "non ha bisogno di niente", è rustica e schietta e non teme il gelo, nè i miasmi inquinati della città. Leggermente spinosa, ha rami scuri e bruni germogli. In autunno produce frutti gialli o rossi, duri, immasticabili, ma utili, proprio come le cotogne, per preparare marmellate. Ho notato che non è mai menzionata dai giardinieri raffinati, che forse la snobbano per la sua modestia. A volte mi è difficile capire da dove derivi la fama e la gloria di un fiore. Il caso, la storia, la moda, il mercato. Per me, lunga vita ai cotogni fioriti.
1 Ho già presentato questa pianta in un'altra pagina intitolata primavera in gabbia
scritto alle 22:15 da CarlaFed :: COMMENTI
Martedi, Marzo 03, 2009
Bosso
Da un po' di tempo scrivo sopratutto di fiori e piante di giardini e città. Mi mancano, è vero, i boschi, che purtroppo in questa stagione frequento poco. Complice di questa mancanza sono il maltempo, e gli impegni. Mi resta, pulito e nitido, il mio giardino, recintato da siepi di lauroceraso, evonimo, piracanta, e bosso. Ci sono due cespuglietti ritagliati all'italiana, o meglio secondo l'arte topiaria, e una piccola siepe che fiancheggia l'entrata. Credevo che le mie pianticelle di bosso non fossero ancora pronte a fiorire, e invece sono tutte quante coperte di piccoli boccioli bianchi, lisci e levigati, come le piccole foglie. Piante finte, sembrano, come ritagliate nella carta lucida, non un imperfezione, un fremito, una smagliatura. Ma la loro vita non è facile, sempre uguali in ogni stagione, non hanno armi o espedienti per difendersi dal freddo più rigido nè dalla calura più arsa. Devo ringraziarli per esserci, sempre. Mentre le altre piante si spogliano, si strappano le vesti e le ricuciono, si prostrano e risorgono, strisciano e si sbracciano, si accartocciano e urlano, si intrecciano e si incatenano, esplodono di arcobaleni inaspettati, i bossi stanno lì, immobili, verdi guardiani del confine.
scritto alle 22:27 da CarlaFed :: COMMENTI
Lunedi, Marzo 02, 2009
Ancora mimosa
Ormai è esplosa ovunque, la mimosa effimera. E' diventata molto di moda ed è davvero tanta, quasi 'troppa', già ridondante molto prima dell'8 marzo che nella mimosa ha trovato il suo simbolo. Cespugli fitti fitti, alti, spessi, o alberelli graziosi. E' il suo momento per farsi notare, il suo breve attimo di gloria. Sì, perchè per tutto il resto dell'anno tornerà ad essere arbusto sottile e verdolino, senza alcun attributo di grandezza.
scritto alle 22:57 da CarlaFed :: COMMENTI
Domenica, Marzo 01, 2009
Prime fioriture
Di fuor dalla nuvola nera, Di fuor dalla nuvola bigia Che in cielo si pigia, Domani uscira' Primavera Guernita di gemme e di gale, Di lucido sole, Di fresche viole, Di primule rosse, di battiti d'ale, Di nidi, Di gridi, Di rondini ed anche Di stelle di mandorlo, bianche...... A.S.Novaro - La pioggerellina di marzo
Dopo troppo poco sole, è già tornata la pioggia. Ma sotto questo cielo un po' latteo e grigio spuntano le prime bianche macchie di primavera, i pruni, mandorli, ciliegi, prugnoli, sul bordo delle strade e negli orti, in qualche giardino. Spero che nessuno se li lasci sfuggire. Uno scampolo di bellezza ineguagliabile veramente a buon mercato.
Fotografato in via Mogadiscio, Genova
scritto alle 23:27 da CarlaFed :: COMMENTI
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