Fiori e foglie... una pianta al giorno
Amo moltissimo le piante. Soprattutto i grandi alberi, le creature più generose della terra. Ma anche le piccole erbe di prato, persino quelle più impudenti, che si ostinano a resistere ai miei tentativi di estirparle dalle aiuole del giardino. Poca gente osserva le piante, forse le trovano noiose. Pochi sanno riconoscere un leccio, o addirittura distinguere un ippocastano da un tiglio. E' un vero peccato, le piante non sono affatto noiose, e in questo diario botanico io voglio presentare ogni giorno una pianta diversa, del giardino, del campo, del bosco
Naturalmente questo blog non ha pretese scientifiche né manualistiche. E' solo una piccola raccolta di pensieri, mentre osservo le piante, con la speranza di imparare a conoscerle meglio.

Venerdi, Aprile 30, 2010
Scarlina

Questa pianta, diffusissima sui bordi stradali e negli incolti, dal mare alla montagna, dalla Liguria alla Sicilia e Sardegna, ha un portamento altero e quasi minacioso a causa delle spine aguzze che sormontano le sue foglie. Detta anche galactites tomentosa per la peluria biancastra che ricopre il suo fusto, ha sgargianti capolini rosa e precise nervature bianche in mezzo alle foglie.
Fotografata lungo la statale Aurelia (SS1) vicino a Livorno, maggio 2009.


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Giovedi, Aprile 29, 2010
Ranuncolo
Sono molte le specie di ranuncolo diffussissime nei prati, incolti, radure, bordi delle strade e viottoli, nella natura che ho sempre conosciuto. Giallo lucidissimo i petali, fioriscono per tutta l'estate; ed è proprio per questo che li conosco bene, perché da ragazzina, purtroppo, conoscevo assai poco la natura primaverile. Ad eccezione del favagello ranunculus ficaria che è inconfondibile (vedi 31 marzo 2009) ed è l'unico commestibile, i ranuncoli sono piante molto velenose. La tossicità si perde con l'essicazione e quindi, mista al fieno, questa pianta non avvelena gli animali erbivori che quando è fresca la evitano quanto possibile. Dato che i ranuncoli sono tanti e si assomigliano alquanto, ho esitato un poco ad identificare questo comunissimo fiore come r. acris, ma l'aspetto, foglie basali palmate e profondamente dentate, foglie cauline profondamente incise, fiori giallo brillanti con molti stami, mi pare proprio quello. Fiorisce da maggio, secondo i testi più autorevoli, e a maggio, l'avevo fotografato qui nei paraggi. Il r. bulbosus, invece, specie molto simile, ha foglie pelosette e macchiate di nero.

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Mercoledi, Aprile 28, 2010
Gli alberi quando fioriscono: leccio



E' fiorito anche il leccio, albero di solida presenza e ombra compatta. Le sue foglie coriacee non temono la siccità; ma il loro verde ha miscelati troppi toni di nero e bruno per essere attraente (vedi anche 10 novembre 2008). In questa stagione però si riscatta con fiori chiari e luminosi, che sembrano frange di merletto.


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Martedi, Aprile 27, 2010
Erba medica arabica

Sul bordo della strada, vicino a quelle distese di calepina irregularis che ho pubblicato due giorni fa (25 aprile), trovo quest'erbetta foraggera, protagonista di tante leggende. Come molti altri 'trifogli' fissa l'azoto dell'aria nel terreno grazie all'azione di particolari batteri che vivono sulle sue radici. Inconfondibile per le macchiette nere sulle foglie che la fantasia popolare ha immaginato gocce del sangue di Cristo, affidandole il nome impegnativo di trifoglio del Calvario.

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Lunedi, Aprile 26, 2010
Gli alberi quando fioriscono: salice bianco

Gli alberi sono stati il mio primo amore. Diverse decine di anni fa, quando ho cominciato a interessarmi alla botanica, ho subito pensato che imparare, da autodidatta e nei ritagli di tempo libero, nomi e proprietà di tutte le piante spontanee della mia regione fosse un'impresa da affrontare per gradi. Ed ho deciso che per prima cosa volevo imparare a conoscere gli alberi, distinguere un tiglio da un olmo, un salice da una betulla. Alle erbette dei campi avrei pensato in un secondo momento. E nonostante la strada sia ancora lunga, e forse per me non finirà mai, credo che riconoscere gli alberi sia una conoscenza che procura molte soddisfazioni. E molte sorprese. Perché gli alberi mutano con le stagioni e per brevi periodi vestono un abito completamente diverso da quello abituale. Quando sono fioriti, quando maturano i frutti, quando le foglie cambiano colore. Questo bellissimo salice bianco porta fiori maschili, amenti gialli. La sua compagna femmina (il salice è pianta dioica, e porta fiori dei due sessi su piante diverse) sarà fiorita in verde con amenti più corti e non così 'vaporosi'. Dietro al salice, una quercia sembra, al suo confronto, quasi spoglia; ma a guardarla da vicino si intravede il giovane fogliame, e i brevi pendagli dei fiori (vedi anche 25 aprile 2009).
Fotografato domenica 25 aprile 2010, comune di Savignone (Genova).

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Domenica, Aprile 25, 2010
Miagro rostellato

Il nome miagro viene assegnato a molte piante infestanti, diverse per genere e specie, ma generalmente della famiglia delle crucifere (ovvero brassicacee). Questo miagro, o calepina irregolare, cresce senza ritegno sui prati di aprile, coprendoli di puntini bianchi. Mentre calepina è nome di fantasia, viene detta irregolare perchè i quattro petali dei suoi fiori hanno dimensioni diverse fra di loro, fatto peraltro non inusuale nelle crucifere. In questo prato, in una località nel comune di Savignone (Genova), la dominante bianca era a tratti interotta dalla comparsa di corolle azzurre (veronica persica o occhi della Madonna, vedi 28 febbraio 2009) o lilla (geranium sp, forse g. robertianum, o erba roberta, vedi 30 aprile 2008). Ma per tutto il resto era, a perdita d'occhio, tutta calepina. E dire che prima di oggi credevo di non averla mai vista.

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Sabato, Aprile 24, 2010
Freesia


Viene dal Sudafrica la freesia,e non sopporta il freddo. Cresce da piccoli bulbi ed esplode a primavera con fioriture copiose, quasi ridondanti. Pianta da giardino o peggio da fiore reciso, non sembra una pianta da bosco anche se, forse, preferirebbe esserlo. Il colore dei suoi fiori è inebriante. Ma è difficile vederla fiorire così, come in quest'immagine, perchè i bulbi vanno messi a dimora in autunno e devono passare l'inverno, senza incontrare il gelo. Pianta da climi caldi, o posizioni riparate. E' bello incontrarla per caso su una soglia di casa, fiorita da sola, quasi senza attenzioni, abbondante, serena.
Fotografata a Gonnoscodina (OR), aprile 2010.




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Venerdi, Aprile 23, 2010
Pisello

I piselli che ho seminato (vedi anche 9 aprile 2009), ma anche quelli che vedevo negli orti da ragazzina, avevano tutti quanti i fiori bianchi e, a parte altre caratteristiche, ero sinceramente convinta che il fiore bianco fosse un carattere distintivo del pisum sativum. E invece no, selvatico o inselvatichito, il pisello da campo ha fiori viola purpureo scuro, con ali rosa. Bella pianta rampicante, comunissima ai bordi dei campi e dei boschi, ha foglie di una verde a tratti quasi blu, foglie composte di tre paia di foglioline, e sorta di foglie, dette correttamente stipole, alla base del picciolo, a forma di cuore e di dimensioni maggiori delle foglioline (nella foto). Si avvinghia audace con sottili viticci ramificati all'apice delle foglie.

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Giovedi, Aprile 22, 2010
Ravastrello di Liscia Ruja


Il ravastrello, che si chiama anche ruchetta di mare, cakile maritima, è una brassicacea pioniera che colonizza le battigie sabbiose, abbandonandosi impudente ai baci e al flagello dalla salsedine. Tanto che quella prima striscia di vegetazione che si trova di fronte al mare si chiama proprio 'cakileto'. La piantina di questa fotografia assomiglia abbastanza alla ruchetta di mare, direi che non assomiglia a nessun altra pianta quanto a lei. Però ho esitato un po' nel riconoscimento, perché ha fiorellini bianchi (più frequentemente sono lilla pallido) e foglie rossicce, che la rendono unica e un po' particolare. Forse perchè cresceva così solitaria sulla sabbia dorata di Liscia Ruja (vedi 16 aprile scorso), un'unica piantina esile e forte, con quel suo gruppetto di fiori da una parte, e un fiore singolo, candido in cima all'altro stelo. La forma dei frutti (siliquette) è tuttavia abbastanza convincente.

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Mercoledi, Aprile 21, 2010
Flox


Le phlox, o flox, sono piante di origine americana e asiatica, importate come ornamentali, della arcana famiglia della Polemoniacee. Hanno successo come piante da giardino perchè colorate e tappezzanti. Per me è stato un po' un colpo di fulmine, ne ho comprato due piantine l'anno scorso alla fiera di primavera sulle mura di Lucca. Erano piccole e colorate. Hanno fatto qualche fiore e poi basta, sono ritornate piccoli cespuglietti, zitti e fermi per tutto l'anno. Finchè in primavera, come da copione, i cuscinetti si ricoprono di una fioritura compatta, di colore intenso. E cominciano a crescere. Non so dove arriveranno, ma mi piacciono molto e credo che prospereranno tranquille, visto che il freddo dell'inverno non sembra rappresenti un problema.

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Martedi, Aprile 20, 2010
Corinoli comune

Conosco poco le ombrellifere e scarsamente le riesco a riconoscere, a parte finocchio, carota selvatica e cerfoglio. Alle ombrellifere appartengono molte piante commensali e qualche veleno, come la celebre cicuta (conium maculatum). Questa pianta dalle ombrelle gialle e le larghe foglie verde brillante è un'erba aromatica e commestibile. Assomiglia al sedano, la pianta che dà il nome alla famiglia, correttamente chiamate apiaceae, da apium il latino per sedano. Il corinoli è una specie di sedano selvatico, come tanti ne esistono e vengono coltivati (vedi per esempio 9 giugno 2009). Molto comune in Sardegna, nel Campidano dove l'ho fotografato, si chiama in sardo lisandru, era usato come sedano prima che questo venisse domesticato, dopo una lunga trafila di selezione.

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Lunedi, Aprile 19, 2010
Poligala a foglie di mirto



Questa pianta, un ibrido fra due specie africane, si è conquistata in breve tempo un posto di rilievo in terrazzi e giardini. Ha splendidi fiori di color rosa acceso e forma papilionacea (... ma la famiglia è ovviamente quella delle polygalaceae), foglie ovali e lucide, un'eccellente resistenza a intemperie e strapazzi e una stagione lunghissima. Quel soprannome, a foglie di mirto, ben si intona alla Sardegna, dove l'ho fotografata, in un giardinetto.


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Domenica, Aprile 18, 2010
Fumaria


Le erbe sono territoriali, quasi abitudinarie. Ma basta allontanarsi anche di poco dalla strada conosciuta per incontrarne di nuove e diverse. Mentre manuali e guide indicano la fumaria f. officinalis come comune e diffusa in tutta la Liguria, io non ricordo di averla mai vista, mentre mi imbatto sempre nell'altra fumaria, f. capreolata, di cui ho già parlato il 9 maggio 2008. Ed ecco che facendo una capatina in Piemonte, in quel di Acqui e dintorni (provincia di Alessandria), me la trovo proprio ovunque, con i suoi fiori rosa carico con la punta rosso scuro, sui bordi della strada, nei campi, nelle siepi e sui muri, là dove dovrebbe essere e dove dalle mie parti trovo soltanto la sua sorellina bianca. Oltre alle varie proprietà officinali (come molti altri vegetali, contiene un accurata miscela di principi salutari e veleni), questa comunissima pianta della famiglia dei papaveri non è priva di rustica grazia. Peccato avessi a disposizione soltanto una piccola macchina fotografica compatta che non da il meglio di sè nelle foto di fiori.



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Sabato, Aprile 17, 2010
Lobularia marittima

Ancor la spiaggia di Liscia Ruja (vedi ieri, per esempio), per una pianta certo meno misteriosa di quella di ieri. Anche se non l'avevo mai vista l'ho riconosciuta, e credo di non sbagliare. Il nome comune sarebbe filigrana comune, o alisso marittimo; ma preferisco per ora chiamarla lobularia che è il suo nome 'vero'. E' una piccola brassicacea (cioè della famiglia dei cavoli), bianca, quattro petali in croce e microscopici frutti, siliquette, che maturano veloci, proprio dietro ai fiori. Uguale in tutto e per tutto a tante altre crucifere che si incontrano ogni giorno; ma questa cresce anche sulla spiaggia, quasi al limite della battigia, fra le pioniere dell'ambiente dunale. E basta questo a renderla unica. Quando i frutti sono maturi, proprio come la lunaria (19 maggio 2008 e 30 marzo 2009), si sfogliano, e mentre i semi se ne vanno nel vento, rimangono a lungo sulla pianta i setti argentei, sorta di medaglioni del papa in miniatura. Si intravedono in questa foto, nonostante il fuoco non perfetto e l'ingrandimento un po' troppo spinto. Delle foglie invece, in queste foto non c'è traccia. La pianta cresceva a cespuglio intricandosi con il lentisco e i ginestrini vari, in tutta una grande confusione di verdi.

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Venerdi, Aprile 16, 2010
Silene

Sulla spiaggia di Liscia Ruja, stupenda nel tramonto di aprile, ho trovato molti fiori abbastanza misteriosi. Sarà che la Sardegna è un'isola, ricca di specie autoctone e non presenti nelle altre parti d'Italia, sarà che la primavera sarda è ancora di più inesplorata perchè i turisti conoscono soltanto le spiagge estive, non sono molto sicura della determinazione di queste piante. Ma cerco di dar credito ai miei manuali sulla flora mediterranea. Che per questo nitido fiore rosa che cresceva quasi isolato sulla rena color dell'oro suggeriscono silene sericea; e sul fatto che fosse una silene (caryophyllacee) non avevo dubbi. Le sue parenti più prossime sarebbero silene colorata e silene bellidifolia, che però hanno fiori raggruppati e foglie appuntite. Silene sericea è una pianta sconosciuta ai più, e non sono riuscita a trovare una conferma certa della sua identità. Ma quel nome, silene di seta, mi pare si adatti troppo bene a questo fiore incantato. Con buona pace della botanica scientifica. Perdono...

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Giovedi, Aprile 15, 2010
Ginestrino delle scogliere
Prima o dopo dovevo parlare della spiaggia di Liscia Ruja, una spiaggia della Costa Smeralda, purtroppo inavvicinabile in estate, ma splendida e deserta nel suo abito primaverile. Questo ginestrino che cresceva sopra la sabbia dorata, insieme ad altri fiori semplici e aggraziati, non è di facilissima determinazione per una dilettante come me. Ma fra le specie presenti in Sardegna, e vicino al mare, mi lancio senza paracadute, come direbbero i miei amici botanici e lo chiamo lotus cytisoides, ginestrino delle scogliere, specie che cresce anche, meno frequentemente, sulla sabbia.

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Mercoledi, Aprile 14, 2010
Pruno selvatico

Bianche macchie nel grigio verde del bosco di sughere, sulla Giara di Gesturi (vedi qui). Da vicino sono alberelli esili, rivestiti di spine e coperti di licheni. Quando crescono in gruppo, le spine, che altro non sono che i rametti laterali trasformati, li rendono una barriera impenetrabile agli intrusi, ideale per gli uccelli per nidificare. I pruni selvatici, o spinosi (vedi anche questo link), sono molto comuni sulle colline più o meno selvagge, piante pioniere su terreni inariditi, diventano nuvole gentili in primavera, quando si coprono di esili fiorellini bianchi che ne addolciscono spine e rami.

Avevo promesso innovazioni per il blog e non l'ho dimenticato. E' tutto pronto per la migrazione verso una piattaforma più potente ed efficiente, ma il tempo è sempre tiranno e non riesco a rispettare le scadenze. Adesso viene anche il tempo di lavorare nell'orto, il che complica le cose. Ma ce la farò, ancora qualche giorno ...

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Martedi, Aprile 13, 2010
Alliaria

Eccomi di nuovo in Liguria, con una pianticella che in Sardegna non c'è. L'ho vista oggi fiorita proprio dove l'avevo fotografata l'anno scorso, e vicino a lei c'erano anche le scille (vedi 16 aprile 2009) tornate a tingere di blu l'incerta linea di confine fra la strada e il bosco. L'alliaria è un'erba commestibile, ingrediente fra l'altro dell'antica zuppa lucchese e forse usata anche in Liguria nel così detto prebuggiun, miscuglio di erbe selvatiche per zuppe e ripieni. Se sfregata, emana odore d'aglio e di aglio ha un leggero sapore, ma più delicato. Anche detta a. officinalis, le sue larghe foglie contengono sostanze dalle proprietà espettoranti e antisettiche. I fiori sono piccoli, bianchi, riuniti in mazzetti che i botanici chiamano 'racemi corimbosi'; ogni fiore ha quattro petali, come tutte le crucifere.
Poco lontano, su un muretto, non era ancora fiorita invece la sanguisorba, un'altra erbetta commestibile e salutare, della famiglia delle rosacee, anche chiamata detta pimpinella. Tornerò a trovarla fra un po'.

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Lunedi, Aprile 12, 2010
Lino

Azzurro come i fiori di lino. Un celeste pallido e intenso, leggero e profondo insieme.
Il linum usitatissimum è una pianta coltivata che non esiste allo stato spontaneo, anche se si può sempre pensare che ce ne sia qualche esemplare sfuggito alla coltivazione. La pianta spontanea ad essa più vicina è il linum bienne o lino selvatico. Non è la prima fotografia che pubblico dei fiori di lino (vedi 17 maggio 2009), e ancora una volta non sono sicura di quale specie si tratti, se coltivato e inselvatichito, o semplicemente selvatico. Anche se si tratta di una pianta notissima, sfruttata da millenni per molteplici usi, sia come fibra tessile che per ricavare l'olio, una pianta comune e casalinga, incontrare questi fiori nel campi non cessa di emozionarmi. La ragione è l'indescrivibile azzurro delle corolle, che ricorda, e non soltanto nella sfumatura di celeste purissimo, ma anche nelle delicatissime nervature, l'iride degli occhi di un bambino.

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Domenica, Aprile 11, 2010
Frassino a foglie strette
I frassini sono alberi molto comuni nell'ambiente mediterraneo, ed in particolar modo il cosidetto frassino della manna, o orniello,fraxinus ornus, più resistente alla siccità di tutti gli altri, e estrememente comune in Liguria (vedi 5 maggio 2008, 29 dicembre 2008 e 23 novembre 2009). In Sardegna invece si trova abbastanza facilmente anche questo frassino a foglie strette, che propriamente prende il nome di frassino meridionale. E' un albero dalla fitta chioma a ombrello che cresce nelle zone umide e sulla riva dei fiumi. Come questo esemplare, che si trova nei pressi di un piccolo corso d'acqua, rigoglioso e cantante nella primavera, ma quasi sempre secco d'estate. Le foglie sono affusolate e abbastanza caratteristiche; quindi nessun problema di riconoscimento in questa stagione. La fioritura è meno appariscente di quella dell'orniello, ma i frutti sono assai simili, samare peduncolate che crescono a grappoli e rimangono sulla pianta tutto l'inverno.

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Sabato, Aprile 10, 2010
Margherite gialle

Volevo cambiare colore, ma è tornato il giallo (che sia irrefrenabile voglia di sole?), con queste margherite così simili all'occhio di un profano e così diverse se si vedono davvero.

Questa a destra è la calendula spontanea, comunemente detta fiorrancio, distinta dalla calendula coltivata (vedi 21 maggio 2009) perchè meno appariscente e dai fiori giallo oro anzichè arancio. Come la sua nota parente da giardino (di cui il progenitore selvatico sembrerebbe però un'altro fiorrancio selvatico,calendula suffruticosa dai fiori ligulati rigorosamente arancioni) ha foglie aromatiche e leggermente appicose. E' una pianta piccina, ma risalta quando cresce in gruppi numerosi, e, quando ne ha voglia, fiorisce tutto l'anno.

L'altra margherita qui sotto invece è un crysanthemum, nome che significa semplicemente fiore d'oro, come varie altre margherite sia gialle che bianche.


Ma la combinazione di colore dei fiori (i ligulati sono gialli quasi sempre, oppure gialli alla base e avorio nel resto) e foglie così riccamente suddivise risulta inconfondibile.
Cresce in cespi assai vistosi nella loro semplicità ed è molto ornamentale, talvolta coltivata nei giardini; e si fa desiderare un po' di più perchè fiorisce soltanto da aprile a luglio.
Fotografate a Gonnoscodina (Oristano), aprile 2010.

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Venerdi, Aprile 09, 2010
Acacia saligna (mimosa)

Queste mimose sono comuni in Sardegna e nel Sud Italia, dove sono coltivate come ornamentali e frangivento sui litorali e facilmente inselvatichite. Lussureggianti in questa stagione, con il loro svolazzante carico di batuffoli gialli.
Mentre in Liguria la specie di gran lunga più comune, e quasi l'unica, è acacia dealbata (vedere 4 febbraio e 2 marzo 2009, ma anche 22 febbraio 2010), numerose sono le altre specie di mimosa, o meglio acacia, che prosperano nelle regioni più calde, cioè nell'ambiente naturale degli agrumi. Tutte le acacie vengono da paesi lontani; molte, come la saligna, dall'Australia, e alcune sono così simili da venire spesso confuse fra di loro. Mentre la nostra mimosa ha foglie finemente segmentate, le foglie della saligna sono trasformate in fillodi semplici, cioè sono piccioli inspessiti, assumendo un aspetto simile a quelle degli eucalipti. Somigliante e alla saligna, e altrettanto comune nel Sud e nelle isole, è l'acacia floribunda, acacia retinodes. Mi attengo ai testi sacri* che le distiguono dalla dimensione dei capolini (le palline gialle dei fiori), appena 4-6 mm quelli della floribunda, e fino a 1 cm e mezzo quelli della saligna, come questa pianta. Le acacie appartengono alla famiglia delle Leguminose, infatti i loro frutti sono bacelli, proprio come i fagioli. Ma mentre i fagioli hanno fiori papilionacei, i fiori della mimosa sono capolini sferici, i batuffoli, di cui dicevo prima.

* Sandro Pignatti - Flora d'Italia - Edagricole 1982 - 2003


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Giovedi, Aprile 08, 2010
Erba vajola
In Sardegna i fiori non li andavo a cercare, mi cadevano addosso, mi travolgevano con le loro varietà e colori. Quest'erba delle borraginacee è un'erba da strada, senz'altro pregio che quello d'essere gradita alle api. Ma ha corolle tubiformi dal colore sgargiante e anelli rossastri che non possono passare inosservati. La forma dei fiori mi ricorda un gioco che facevo da bambina con qualche pianta simile, forse una viperina, onosma oppure echium, non ricordo, che era quello di staccare i fiori e succhiare la dolce goccia che contenevano. Rubando alle api il loro prezioso bottino. Però quest'erba vajola (il nome comune chissà, non sono riuscita a scoprire da dove venga), che pure è diffusa in tutta l'area mediterranea e quindi certo comune anche in Liguria, sono dovuta andare in Sardegna a scovarla, e mi capitava di incontrarla davvero ad ogni angolo, con le sue foglie punteggiate di bianco e i suoi solidi fiori.
Fotografata a Gonnoscodina (Oristano), aprile 2010.

scritto alle 22:44 da CarlaFed ::    COMMENTI


Mercoledi, Aprile 07, 2010
Ginestrino purpureo



Il mio viaggio in Sardegna occuperà ancora molte pagine di questo blog. Oltre l'incredibile flora della giara di Gesturi, su cui ritornerò, ma per cui rimando al mio breve intervento sul forum di "Acta Plantarum", c'era tutto il resto, la ricchissima flora in fiore della collina, campagna e mare.

Gli amici sardi ci avevano avvertito che per la fioritura rosso fuoco della sulla (hedysarium coronarium, da cui le api ricavano un famoso miele) eravamo in anticipo di qualche settimana. Così il rosso dei bordi di campi e strade della Marmilla (Oristano) era dominato da questo ginestrino purpureo, i fiori papilionacei come farfalle precoci, sgargianti nel verde.





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Martedi, Aprile 06, 2010
Asfodelo mediterraneo



Sono tornata da un breve ed affascinante viaggio nella primavera della Sardegna e sono indaffaratissima, fra l'altro, a riordinare le mie centinaia di fotografie. Così mentre il blog si prepara a una migrazione verso un sito più potente (ma la postazione rimarrà ancora per qualche tempo anche a questo indirizzo), ricomincio da A di asfodelo. Un fiore che mi ha sempre affascinato per la sua bellezza e per i suoi contrasti.
Questo asfodelo ramificato, anche detto mediterraneo, colonizza i pascoli e le distese inaridite con i ciuffi delle sue foglie lanceolate e i suoi groppi di fiori bianchi. Quando la fioritura finisce, restano sugli steli le capsule verde lucido, e poi nere, dei frutti, e ben presto gli steli si trasformano in stecchi duri e secchi, che non ricordano per niente il magico candore di giglio della fioritura della primavera. Non sono gli unici a perdere la bellezza invecchiando. Ma questo fiore, venerato dagli antichi come magico e utilizzato per varie proprietà officinali (in Sardegna mi dicono che i tuberi venivano usati per lenire il bruciore causato dai geloni e altri utilizzi, ma solo per uso esterno, sono citati su testi e siti), è velenoso e rifiutato dagli animali, che lo lasciano prosperare nei pascoli senza limitarne, con il consumo, la proliferazione. Proprio a causa della facilità con cui si diffonde, della sua tolleranza per l'aridità e povertà del suolo, da fiore sacro che era l'asfodelo è diventato quasi un'indice di degrado ambientale. Sempre più protagonista del contrasto, fra bellezza, miseria, abbandono e nobiltà.

scritto alle 00:42 da CarlaFed ::    COMMENTI


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