La pianta del lino (Linum usitatissimum, vedi 12 aprile 2010) e le numerose sue parenti della famiglia delle Linaceae (come Linum bienne o selvatico, 17 maggio 2009, e Linum viscosum, lino malvino, 7 giugno 2009, per citarne solo alcune) sono piante comuni, famose di nome e sconosciute di fatto. Una corolla gialla che brilla su un pendio di mezza collina non fa pensare che possa trattarsi di lino, si pensa piuttosto a ranuncoli, ossalidi, iperici o altre piante più celebrate. Invece i fiori del genere Linum sono quanto mai frequenti nei prati e nei campi. Curiosamente li ho conosciuti anch’io per caso, da quando ho letto che la linaria (pianta della famiglia delle Scrophulariaceae, simile alla bocca di leone, vedi 13 giugno 2008) si chiama così perchè le sue foglie ricordano le sottili foglie della pianta del lino. O ancora quando ho letto ‘occhi azzurri come i fiori del lino’. Come sempre accade, ho cominciato a guardarmi intorno e ho scoperto che il lino, molto prima di essere una fibra tessile, è un fiore incantevole, azzurro, rosato o giallo, a seconda della specie. Questo lino campanulato, giallo, non viene usato per tele e lenzuola, ma è una pianta serpentinofita, cioè si è adattato a crescere sulle rocce azzurro verdastre ricche di metalli. Ancora una volta sono le piante che mi insegnano le rocce, e non viceversa.
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