L’oleandro è una pianta comune e tutti l’hanno incontrata spesso nei giardinetti e ai bordi delle strade. I suoi splendidi splendidi fiori , rosa, bianco o rosso, e dal profumo intenso sbocciano all’inizio delle estate e caricano di bellezza anche le strade di periferia, come si vede in questa pagina. L’oleandro è una pianta sempreverde che non resiste al gelo prolungato, ma tollera freddo, intemperie e ingiurie molto di più di quello che vorrebbe. Ricordo quello che dice dell’oleandro Isabella Casali di Monticelli, raffinata architetta di giardini, nel suo ‘Nel giardino si incontrano gli dei‘ (Sperling & Kupfer, 2005, pg. 109). Che bisogna capire questa pianta, per imparare a considerarla qualcosa di più di una pianta da autostrada o da parco cittadino trascurato. Soffrire per il povero oleandro metropolitano la cui unica colpa è di essere pianta coriacea dalle foglie persistenti, pianta tenace e spessa, ornamentale ad oltranza. Così inossidabile e tollerante, per difendersi dalla sfruttamento può mettere in campo soltanto la sua tossicità. Come è noto, è una pianta velenosa, anche se i principi attivi che contiene hanno proprietà medicinali, con effetto cardiotonico e ipotensivo.
Naturalmente non è stagione in cui si possa parlare di fiori del’oleandro, che ha già il suo daffare semplicemente a sopravvivere; ma di frutti sì, rossicci e in bella mostra fra le robuste foglie lanceolate. Ai frutti, invece, si fa generalmente poca attenzione, tranne quando, come in questo caso, sono l’unica cosa interessante.