Bistorta

bistorta officinalis
L’ho fotografata un po’ da lontano, sempre al parco Burcina a Pollone di Biella, perchè era in mezzo all’erba alta, ma ero certa che fosse proprio lei. E’ una pianta di montagna, cresce sopra i 900 m almeno, e credo quindi che nel parco, che delle montagne è solo alle pendici, non ci si trovi per caso. Il suo nome più famoso è Polygonum bistorta, ma più recentemente viene sempre indicata come Bistorta officinalis. Appartiene all’originale famiglia delle poligonaceae, pianticelle che potrebbero persino apparire insignificanti, ma che racchiudono preziosi segreti. Come il grano saraceno, Fagopyrum esculentum , che si crede una graminacea, tanto che si fa mangiare sia come pane che come polenta. O le piante del genere Rheum, più noto come rabarbaro. Le foglie delle polygonaceae hanno una guaina caratteristica, detta ocrea, che circonda lo stelo alla base delle foglie. I fiori sono minutissimi e non hanno veri e propri petali, ma sepali colorati, bianchi, verdi o rosa (vedi anche la persicaria, 13 agosto 2009, e il poligolo convolvolo, 22 agosto 2009).
La bellezza della bistorta (il buffo nome deriva dalla forma della radice) si ammira meglio da lontano, quando sembra un’esplosione di luce rosata sopra l’erba spessa dei pascoli montani.
Che sia pianta officinale, il nome stesso non lascia dubbi; ma è anche commestibile ed ottima foraggera.

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