Ogni anno, in questa stagione, vado a caccia dei fiorellini della sanguisorba, una piccola rosacea selvatica piena di dolci virtù. In Liguria si chiama pimpinella, altrove in italiano salvastrella e meloncello ed è pregiata nelle insalatine a cui dona un sapore fresco e aromatico. E’ un’erba piccina, con foglie plissettate, come quelle della sua sorella maggiore, Sanguisorba officinalis (6 novembre 2008). Il nome scientifico (oggi aggiornato come Poterium sanguisorba) evidenzia le proprietà curative per cui veniva usata, come antiemoraggico ed astringente, specialmente la specie officinale, più alta e a foglie più larghe e rade.
Però non sono ancora riuscita a fotografare il fiore in tutta la sua bellezza, un’infiorescenza tonda, verde, ma sfumata del rosso scuro degli stimmi e del giallo degli stami. Forse la fioritura è breve, forse ho sempre troppa fretta. Sono tornata anche quest’anno a cercarla sul muretto dove la trovavo gli anni scorsi e ahimè non ho più trovato neanche le foglie.
Sembra che in questa primavera, pure festosa e calda, ci siano molti assenti. E’ una sensazione più che una certezza. Il clima non ci aiutato, è piovuto per tutto l’autunno e tutto l’inverno; poi, d’improvviso la pioggia è cessata. Del tutto. La stagione è calda, piacevole, ma secca. I prati, inebriati dalle piogge di marzo, si sono inariditi al sole bollente di aprile. Bisognerebbe dire, sospirando, che non ci sono più le mezze stagioni. Però questa volta è proprio vero e la nostra campagna avrebbe bisogno di qualche bella pioggia di maggio.
Oggi, 14 maggio, la sanguisorba è tornata. Non è sul muretto dell’anno scorso, ma sul bordo della strada, un cespuglio grossetto, piuttosto impolverato, ma lussureggiante. Non ho saputo resistere alla tentazione di aggiungere finalmente la fotografia del fiore in tutto il suo splendore, con i minuscoli petali rossicci e gli stami gialli. Ma chi ha il coraggio di affermare che questo fiore è “insignificante”?