Esistono vari tipi di piantaggini, piante modeste, ma tenaci. I piccoli fiori sono strettamente raggruppati in spighe e vengono impollinati dal vento. Per questo, nella stagione dell’impollinazione, gli stami si dipartono, slanciati e flessuosi, dalla spiga e sono la parte più appariscente dell’infiorescenza. I fiori più in basso nella spiga si aprono per primi e appassiscono prima che quelli della parte superiore si siano aperti; in questo modo l’anello di stami penduli matura lentamente verso l’apice della spiga. Le piantaggini producono grande quantità di polline polveroso e insieme alle erbe dei prati sono fra le maggiori responsabili delle ‘febbre da fieno’. Però non sono solo erbe allergeniche e infestanti, sono anche erbe commestibili e medicinali, per uomini e animali; anzi, la lista dei loro usi tradizionali è così lunga e variegata che occorrerebbero varie pagine per illustrarla. Primo Boni, nel suo ormai celebre trattato “Nutrirsi al naturale con le erbe selvatiche” (Ed.Paoline, 1977) consiglia soprattutto le foglie più fresche e tenere della P. lanceolata, detta lingua di cane, ottime in insalata ed importante ingrediente dei minestroni, nonchè toccasana per ragazzi anemici e deboli.
La specie in questa fotografia è detta piantaggine strisciante o serpeggiante a causa della forma della sua radice, e marittima probabilmente perchè il suo areale è il Mediterraneo, anche se vegeta in altura, dai 400 ai 1800 metri.