Quest’albero deve il suo nome alle lunghe spine acuminate che crescono lungo il suo tronco e che sono legate a leggende mistiche e pastorali, appunto perchè ricordano le spine di cui fu ornato il capo di Cristo durante la passione. Ma con il Giuda del Vangelo quest’albero non può avere nulla a che fare essendo originario dell’America del Nord ed importato in Europa e nel Mediterraneo non prima del XVII secolo. Ora è alquanto diffuso come pianta ornamentale per il bel fogliame che si colora di giallo intenso d’autunno, e cresce ormai anche spontaneo, in piccoli boschi. Leggo che nei giardini generalmente viene preferita una varietà chiamata inermis, perchè priva delle minacciosissime spine. Non così a Munster, una bella città tedesca con spirito fiammingo, dove quest’albero cresceva, alto ed orgogloso delle sue spine, proprio nell’affolato centro storico.
Oltre all’utilizzo ornamentale, lo spino di Giuda ha altre qualità. Nella sua regione di origine, con i suoi frutti (bacelli brunastri) si ricava una bevanda simile alla birra, mentre dai semi torrefatti un succedaneo del caffè- Anche il legno è prezioso, duro e compatto, adatto per costruzioni robuste e durevoli.
Nella foto qui sopra, un’esemplare in fiore fotografato al parco Burcina di Biella