Il nostro inverno non è mai così cupo da negarci il piacere di qualche dolce fioritura. Del calicanto ho già detto qualche giorno fa (e oggi un fiore è sbocciato, finalmente) e della stupenda Camelia hiemalis ho già pubblicato per tutti i gusti, al sole e sotto la neve. Anche quest’anno è tornata a coprirsi di gioielli, seppure un po’ in ritardo per l’autunno insolitamente mite.
Ma la fioritura della saponaria rossa, che avevo già mostrato in primavera qualche anno fa, mi ha sorpreso davvero. Vero è che oggi era una giornata speciale, tiepida e leggera, con il cielo calmo e sgombro dopo le bufere e le piogge dei giorni scorsi. Una giornata speciale, anche se è il primo dei giorni della merla, che godono della triste fama di essere i più freddi dell’anno. Vero è che sono solo due timidi fiorellini sparuti e non il cuscinetto di fiori che normalmente regala la pianta. Ma sono eretti e sgargianti, fra foglie lucide e sane, un piacere vederli.
Ho seminato questa pianta due anni fa. Come tutte le speci perenni, comincia in sordina. Per il primo anno dopo la semina, i fiori sono scarsi e tardivi, tanto che talvolta si può rimanere un po’ delusi. Le perenni sono così, ma raramente tradiscono. Già l’anno scorso mi aveva regalato una fioritura abbondante e duratura. Quest’anno anticipa ogni previsione. Pianta rustica e da brughiere, non teme il gelo e il vento. Spero solo che non sia stata troppo frettolosa, gli esperti di actaplantarum la danno in antesi da maggio ad agosto e per la fioritura principale di certo ci vorranno ancora diversi mesi.