Il suo nome completo, Plumbago capensis, dice tutto di lei. Tradotto letteralmente sarebbe plumbaggine del Capo, perchè azzurro è il colore del piombo e la pianta è arrivata fin qui da quell’incredibile fucina di specie vegetali che è il Sud Africa. Ormai è una di casa e scoprirla non sorprende più quasi nessuno. Così oggi non mi soffermo sul suo aspetto, mazzetti di piccoli fiori celesti, tubolosi, con la corolla a cinque lobi, su steli sottili e fragili, bisognosi di un sostegno; oggi ne guardo la collocazione. Anni fa l’avevo fotografata accanto all’immancabile vite americana, mentre si abbarbica alle pareti della grande scala padronale di villa Grimaldi, nei parchi di Nervi, antica residenza nobiliare che vanta uno dei più bei giardini della Liguria (vedi anche 9 agosto 2009).
Ma si accomoda bene anche in giardini più modesti, e mi sorprende, quasi selvatica, sul bordo di cemento di una fascia, sulle colline di Bavari. Dietro l’angolo fa capolino un mazzetto di fiori blu che sembrano caduti lì per caso. La plumbago ama il sole e qui se lo gode tutto, su questo crinale aperto verso il mare lontano. Dall’altro la sorveglia una vite, europea in questo caso, già ingentilita dai colori dell’autunno.