Questa ‘piccola’ sequoia cresce in un parco vicino a Genova. Nei pressi di un tranquillo laghetto e guardata a vista da placide anatre, ha le piccole foglie appuntite dei cipressi, sormontate dalle gemme giallo dorate dei fiori maschili. A suoi piedi sono sparsi i piccoli coni marroncini dell’anno scorso.
Un tempo assegnate alla famiglia dei cipressi calvi (Taxodiaceae), successivamente tutta la famiglia è stata unificata con quella dei cipressi, le Cupressaceae, perché non si ravvisano caratteristiche salienti che possano giustificare una distinzione, e successive prove genetiche hanno confermato la stretta correlazione. Le sequoie italiane sono quasi tutte importate e coltivate nei giardini, tuttavia qualche esemplare naturalizzato ha fatto la sua comparsa in Liguria. Piccoli esemplari naturalmente, che le loro sorelle americane, alberi immensi, fino a 30 metri di diametro, guarderebbero con sussiego e sufficienza.
Le sequoie della California sono conifere che raggiungono altezze e volumi impressionanti. Il loro portamento è impettito, slanciato e maestoso e il loro aspetto è quello di immense colonne arboree, con i primi rami oltre a 30 metri dal suolo negli esemplari maggiori. Non stupisce che queste creature immense portino spesso il nome dei grandi generali ricordati dalla storia americana. Così il il Generale Sherman, il più grande albero del mondo, ha preso il nome da William Tecumseh Sherman, famoso generale nordista, comandante in capo dell’esercito americano sotto la presidenza Grant. Si tratta di una sequoia gigante o wellingtonia, Sequoiadendron giganteum, alta 84 metri e di massa superiore a 1300 tonnellate.
Ma le sequoie più alte appartengono a un altro genere, Sequoia sempervirens, sequoia della California o comune. La più alta di tutte fu scoperta nel 2006 da due naturalisti nel parco di Redwood, vicino alle coste del Pacifico. Si chiama Hyperion e la sua altezza è stata accertata di 115,66 metri, mentre la posizione esatta non è mai stata resa pubblica per tutelare la sua sicurezza e l’ecosistema in cui vive.
Anche il nome di questo albero straordinario è legato in modo indissolubile alla storia americana. Il meticcio Georges Guess, vissuto fra il 18° e il 19° secolo, si chiamava Sequoyah nella lingua degli indiani cherokee. Pur non istruito, riuscì a inventare per il suo popolo un alfabeto di 85 caratteri, noto come sillabario cherokee. In suo onore il botanico tedesco Stephen Endlicher diede ufficialmente il nome di sequoia alla conifera più alta del mondo, descritta per la prima volta negli ambienti scientifici europei da Giovanni Crespi, cronista milanese che visitò la California nel 1769. Non mi piace però dire che Crespi ‘scoprì’ la sequoia perché gli antenati di Georges Sequoyah certamente la conoscevano assai bene. Purtroppo per loro il legno delle sequoie è molto pregiato, leggero. duraturo, resistente ed anche bello. Queste preziose caratteristiche portarono nel secolo 19° alla distruzione di intere foreste.
Così qualche decennio fa le sequoie americane sono state particolarmente sotto i riflettori grazie a Julia ” Butterfly” Hill, la ragazza che ha vissuto per due anni in cima alla sequoia Luna che rischiava di essere abbattuta da una multinazionale del legno. Oggi sembra una favola, e invece è vero, ed è una splendida testimonianza del grande amore che possono suscitare queste meravigliose creature che sono gli alberi.