Terebinto

Terebinto

Pistacia terebinthus
Monte Triggin ott 2002

Il terebinto è differente. E’ un bellissimo arbusto mediterraneo, ma d’inverno si spoglia. Così mentre mirti e olivi, i corbezzoli, gli alaterni e i ginepri verdeggiano nella macchia per tutto l’anno, e così anche il lentisco, che del terebinto è stretto parente (non solo della stessa famiglia, anacardiaceae, ma addirittura dello stesso genere, Pistacia), le foglie di questo alberello, lucide, ovali con il margine liscio e le nervature marcate, si stanno già colorando di rossiccio. Devo tornare nella macchia prima che il terebinto perda le foglie. Sui corti rametti, fitte eppure sparse, quasi smarrite, rimarranno ad annerire le bacche rosse.

Terebinto

Pistacia terebinthus
Castelvecchio di Rocca Barbena sett 2022

Non è una stranezza. Il suo parente più celebre Pistacia vera, quello dai cui semi si fa il famoso gelato, è ugualmente deciduo. Il pistacchio e il terebinto sono veri fratelli di sangue. Il terebinto, grazie al suo robusto apparato radicale che lo rende resistente alle avversità del clima, viene utilizzato come porta innesto del pistacchio commestibile e le due specie possono ibridarsi. Il pistacchio vero è una pianta coltivata, e non è chiaro se sia presente selvatica, o meglio inselvatichita, e comunque solo nelle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia dove viene prodotto. Riporta Actaplantarum: “le piante di pistacchio coltivate in Italia sono esclusivamente individui femmina di P. vera innestati su P. terebinthus, impollinati da individui maschi di P. terebinthus o ibridi tra le due specie. Escludendo errori di identificazione o errori con residui di piante coltivate o con individui di P. terebinthus dotati di foglie più grandi (questi sono i casi registrati dall’Italia), le piante autentiche di P. vera trovate in natura possono provenire da scarti di potatura.”

La fotografia in alto, come quella che si trova in questa pagina, ove  si vede la differenza fra i due gemelli diversi, lentisco e terebinto, è stata scattata sul monte Treggin, entroterra di Sestri Levante, ottobre 2002. La seconda fotografia qui sopra è del settembre 2022, lungo la strada nei pressi di Castelvecchio di Rocca Barbena (SV), antico paese feudale della val Neva che conserva intatto l’ambiente medioevale.

 

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