Buglossa azzurra

Buglossa azzurra Anchusa azurea

Anchusa azurea

Si chiama Anchusa azurea, volgarmente detta buglossa azzurra, perché è talmente blu che è il suo colore il carattere più distintivo che possiede. Appartiene alla famiglia della borragine, le borraginaceae appunto, ed è una pianta eretta con steli robusti, setolosi e ramificati per tutta la lunghezza. Forma cespi spessi, leggeri e slanciati.  I fiori a cinque petali hanno ‘occhi’ bianchi formati da un gruppo di peli eretti al centro della corolla, che i botanici chiamano denti corollini. Buglossa, che significa lingua di bue e in questo modo è chiamata anche in vari dialetti, è  sorella maggiore del nontiscordardime, Myosotis, con cui condivide il colore, ma non la dimensione dei fiori.

Anchusa azurea

Anchusa azurea

E’ una pianta tintoria e il nome scientifico deriva dal termine greco ἄγχουσα che voleva dire ‘belletto’ perché le sostanze estratte dalle sue radici venivano usate anticamente dalle donne greche come cosmetico e tintura per stoffe. Come la sua parente  borragine, è specie commestibile, adatta a minestre, ripieni ed insalate, ma anche ingrediente di tisane e infusi curativi.

Siamo alla periferia di Civitavecchia, e queste buglosse crescono nelle aiuole che fiancheggiano la strada, poco lontano dal mare.  In mezzo al folto dell’erba fiorita, un cartello avverte “Zona verde. Vietato calpestare e danneggiare”. Il suo avvertimento è quasi commovente. In questo orizzonte di asfalto,  cemento, ciminiere e mare mi venuto incontro un tale tripudio di fiori che sono stata costretta a fermarmi e guardare, per osservarli uno ad uno, conoscerli, imparare. Come è possibile? viene da chiedersi. Si chiama primavera, è la risposta.

 

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