I fiori di campo mi sorprendono nei luoghi più inaspettati con la loro fantasiosa diversità. Si direbbe che nelle aiuole di un centro commerciale padano si possa trovare al massimo parietaria e qualche gramigna, cartacce e polvere. E invece le scoperte sono in agguato anche qui, come già scrivevo qualche giorno fa presentando Erodium cicutarium. Proprio vicino al becco di gru, in quella stessa aiuola del parcheggio della fiera di Montichiari (Brescia), avevo scoperto una pianticella sconosciuta, una rosetta di foglie pelose, microscopiche infiorescenze candide, frutti a siliquetta. Tutti gli elementi mi facevano pensare a una brassicacea, tranne quei fiori a stella con corolle di otto (8?) petali. Le brassicacee si chiamano anche crucifere perchè le corolle sono rigorosamente composte da quattro petali disposti a croce (vedi per esempio Eruca sativa, la rucola, 13 ottobre 2008). E neppure la piccola draba sfugge alla regola, se non perchè i suoi quattro petali sono così profondamente incisi da farsi doppi e sembrare otto. Alla fine ero ben convinta che fosse una crucifera, perchè troppi erano gli elementi che lo facevano supporre, ma non avrei trovato il nome giusto in una famiglia che conta circa 300 generi diversi, per la maggior parte presenti in area mediterranea. Così ho cercato un aiutino, questa volta nel forum di Natura Mediterraneo e in men che non si dica è venuto fuori il nome. Un nome che è tutto un programma perché significa letteralmente ‘amante della primavera primaverile’ e fa capire che questo è il momento giusto per ammirare la piccola signorina in tutta la sua bellezza e freschezza. Precocissima, ha già pronti i piccoli frutti, gonfi di semi in crescita. La mia idea pazzerella di un atlante dei fiori che spuntano nelle aiuole dei centri commerciali e simili mi attira sempre più.