Il caprifoglio comune, presente in tutte le regioni e in tutti boschi della penisola italiana, è un piccolo arbusto a foglie caduche, con bellissimi fiori bianchi o rosati, profumatisssimi. Alcuni pensano che non sia veramente una pianta originaria della nostra penisola, ma vi sia stata importata in tempi remoti. Ma anche se così fosse, la pianta è legata profondamente alla nostra storia, presente in credenze, usanze e leggende antiche. Anche se ho già parlato di caprifoglio in almeno altri due post, si trattava sempre della specie mediterranea, Lonicera implexa, a foglie persistenti (vedi 18 ottobre 2008 e 24 maggio 2009). Le due specie in realtà si assomigliano molto, ma il caprifoglio comune, questa Lonicera caprifolium, ha dimensioni un po’ maggiori, tubo florale un po’ più lungo e perde le foglie d’inverno. L’ultima differenza, quella più sottile, ma forse più utile per l’dentificazione, è che lo stilo, il tubicino che sale dal pistillo, parte femminile del fiore, è privo di peluria, mentre in Lonicera implexa, lo stilo è coperto di corti peli. Questi piccoli particolare, che mi fanno pensare a un gioco da settimana enigmistica, sono in realtà molto utili a diversificare correttamente le piante e sono il pane quotidiano dei botanici.
Oggi ho fatto una breve passeggiata attraverso il bosco fino a una radura su una sella poco sopra casa mia. La città è vicinissima, se ne sente qualche voce, ma è come se fosse molto lontana. Una decina di caprette pascolavano ordinate e discrete. Per il resto era erba nuova, e fiori di primavera. Spero di riuscire, con calma, ad identificare tutte le specie che ho fotografato.