Piantina ‘scoperta’ nel buco di un muretto lungo la strada di Lorsica, piccolo comune dell’entroterra in val Fontanabuona. Di Lorsica dovrei parlare a lungo per molti aspetti interessanti che la riguardano. Ora però parlo di questa piantina. La vedo e penso che non l’ho mai incontrata prima e le sue infiorescenze rosa, compatte e grassocce, mi fanno pensare a una pianta grassa, magari addirittura messa a dimora apposta sul bordo di un giardinetto. Ma mi avvicino e capisco subito di aver preso un abbaglio, la pianticella è certamente spontanea, rampante, chissà da dove viene. Le foglie acute, con impronte nere, i fiorellini rosa arrootlati come pallini, ricorda troppo la persicaria (già mostrata con il nome di Polygonum persicaria il 13 agosto 2009) per poter pensare a qualcosa d’altro.
Ma dalla persicaria comune (oggi detta Persicaria maculosa, proprio a causa della macchie nere sulle foglie, vedi foto a sinistra) è anche diversa, foglie più piccole e leggermente più tondeggianti, fiori tondi (da cui l’aggettivo capitata, a forma di capocchia) e portamento strisciante. La nuova persicaria tecnicamente è una neofita naturalizzata e viene, manco a dirlo, dalla Cina o giù di lì. Una pianticella qualsiasi, che non serve a niente e neppure è particolarmente attraente. Però girovagando qua e là, sulla rete naturalmente, si trova, nel curioso sito Earth Medicine Institute , che qualche proprieta medicinale ce l’ha e la medicina cinese la indica per le affezioni gastro-intestinali, ma anche per la cura di ferite e lacerazioni cutanee. Salvo mettere in guardia di non piantarla troppo vicino a foreste vergini, perchè è molto molto invasiva. E’ già a Lorsica, arriverà presto anche nel mio giardino.