Lattughino, insalatina di monte, grattalingua, caccialepre, caccialebbra, latticino, terracrepoli, latticrepolo, paparrastello, più un centinaio di nomi dialettali, è una delle erbette spontanee più ricercate per l’impiego alimentare. Regina del prebogiòn, la mescolanza di erbe selvatiche commestibili usata in Liguria per minestre e ripieni, ingrediente del mazzo delle erbe spontanee della zuppa lucchese di magro, consumata fresca, ma più frequentemente lessa, è apprezzata per il sapore particolare di ‘olive nere’. Ha inoltre proprietà officinali, depurative e lassative.
Eppure ne ho cercato inutilmente informazioni e notizie su testi commerciali per il riconoscimento delle piante che, forse perchè il suo aspetto è così ordinario, frequentemente la ignorano. I testi più competenti, invece, ricordano che di questo genere esistono in Italia due specie, la R.picroides, pianta perenne, comune e diffusa quasi ovunque nella penisola, e la R.tingitana, grattalingua marocchina, endemica delle isole pelagie di Linosa e Lampedusa, oltre a una varietà intermedia, annuale e apparentemente davvero simile a quella più comune. Come pianta alimentare, stranamente, persinoPrimo Boni nel suo “Nutrirsi al naturale con le erbe selvatiche” non la menziona. Credo che sia una svista, invece nei testi di etnobotanica locale ha inevitabilmente un posto di rilievo. E se lo merita. Qui a destra, alla mostra di erbe commestibili dell’Accademia della Zuppa Lucchese di magro, Mura infiore, Lucca marzo 2015