La Kerria japonica è una rosa giapponese, anche se rosa propriamente non è, e deve il suo nome a William Kerr, botanico scozzese che per primo la fece arrivare in Occidente. La ricerca delle piante esotiche fu una nobile impresa dei secoli passati che vide in prima linea i britannici, da sempre grandi appassionati di giardini. Erano i mitici cacciatori di piante che si smarrivano nell’estremo oriente divisi fra la passione per la botanica e quella per l’avventura. Dapprima furono i missionari a inviare in patria semi e tuberi di specie botaniche esotiche sia dall’America che dall’Oriente; poi i commercianti di specie ornamentali, capitanati dagli olandesi a caccia di tulipani, al centro della prima grande bolla speculativa ante litteram della storia; infine anche gli studiosi nel Settecento intrapresero viaggi sistematici alla ricerca di piante interessanti per medicina e farmacopea, per i loro principi attivi, ma anche nuove piante alimentari, o utili per la nascente industria moderna. Moltissime nuove specie venivano esportate in Europa non più solo come seme o radice, ma comeesemplari vivi, spediti via mare grazie ai nuovi veloci Clipper britannici o sulle prime navi a vapore in vere e proprie serre da trasporto, le Wardian Case.
William Kerr era proprio un cacciatore di piante, spedito in Cina da Joseph Banks, suo maestro e superiore nei Kew Gardens, i giardini reali britannici. Disperso, forse vittima dell’oppio, in quelle terre esotiche, ha lasciato il suo nome a questo fiore generoso che, come altree rosacee, fiorisce prima di avere sviluppato pienamente il fogliame. La cultivar più diffusa in Europa è detta Pleniflora e ha fiori doppi e globosi come ponpon gialli, con doppia fioritura in primavera e autunno, come si vede da questa fotografia, scattata in aprile, e quella che ho già pubblicato qualche anno fa in settembre.
Kerr regalò all’Occidente anche un’altra bellissima rosa orientale, la rampicante Rosa banksiae, che battezzò in onore del suo maestro e di cui parlerò un’altra volta.