Il trachelio azzurro ha invaso le città. Non è la sua stagione, ma oggi ne ho scovato un piccolo germoglio, verde sgargiante, sul bordo di un aiuola, corso Dogali, nella zona dell’ Orto botanico. Là dove mi aspettavo solo qualche erbaccia, euforbie minori e parietarie, mi sorprende questo mazzetto di foglie sconosciuto, e quando scopro chi è, mi vengono in mente tutte le volte che l’avevo incontrato, a primavera, su qualche muro di città, proprio in questa zona. Questo trachelio in natura è classificata come neofita naturalizzata, invasiva in Calabria, e il suo nome comune sarebbe ‘trachelio coltivato’ quasi a significarne l’origine da qualche giardino.
Ho notato per la prima volta i suoi fiori rosa violetti, rigogliosi corimbi portati da snelli steli, due anni fa in piazza Corvetto, poco prima dell’ingresso della galleria Nino Bixio. Adesso quel muro dove li avevo scoperti è ingombrato da ponteggi e reticoli per lavori di ristrutturazione dell’area, cominciati poco dopo la mia foto e dei quali ancora non si vede la fine. Purtroppo per ora il trachelio non tornerà ad ornare della sua modesta bellezza quel muraglione.
E forse non tornerà neppure lungo la scalinata che sale dalla cima di via Brignole De Ferrari all’Albergo dei Poveri dove, sempre nello stesso maggio 2022, cresceva spavaldo, contendendosi lo spazio con la valeriana rossa (Centranthus ruber) e qualche margherita da muro (Erigeron karvinskianus). Audace clandestino, i suoi mazzi di corolle disseminati fra reti e transenne facevano una bellissima figura.
Ma i germogli ci sono, e lo aspetteremo a primavera, a sorprenderci ancora su qualche muro negletto o all’angolo di un marciapiede, questa piantina facile facile, di poche pretese e eppure generosa di fiori sfavillanti.