Fra le erbette di prato, durette ed amarognole, da consumare fresche e giovani in insalata o cotte nelle minestre e nel ripieno delle torte salate, sempre compaiono le aspraggini (nome scientifico Picris che significa proprio amaro) che già dal nome lasciano intendere che tanto dolci e tenere non sono. Questa pianta si chiamava Picris echioides, ma è stata più recentemente assegnata a un genere diverso, Helminthotheca, ma sempre aspraggine resta. Ha bei capolini giallo brillante e foglie molto pelose. Ma sono le squame esterne al capolino, irte e sporgenti, discostate da quelle interne che sono lineari, che rendono questo fiore facilmente riconoscibile. Un altro piccolo tassello per imparare a riconoscere nella giungla delle margherite gialle, tutte splendenti e somiglianti, tutte spavalde, ma tutte diverse. Cresce con voluttà nel mio prato, fra l’assenzio (coltivato, vedi 27 luglio 2008) e la lattuga saligna (spontanea, vedi 10 settembre 2009).
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