Ecco un’altra orchidea che cresceva poco distante dalla precedente. Il genere Serapias è tipicamente mediterraneo ed ha una forma molto caratteristica. Il labello trilobo, ha i lobi laterali nascosti dal casco, mentre il mediano pende in avanti come una lingua. Il nome ha origine mitologiche e sembra sia stato attribuito dal medico greco Discoride, vissuto nel primo secolo, ispirandosi a Serapis, divinità egizia della fertilità (quindi un altro riferimento alle radici a forma di testicolo).
Le lingue pendenti delle Serapidi sono veri e proprie piattaforme di atterraggio per gli insetti, a cui segue il confortevole rifugio della struttura tubiforme ad esse collegate. Quanto opportunismo e quanta saggezza nel disegno della forma di questi fiori. Nella serapide lingua, il lobo pendulo del labello è da bianco a purpureo, con venature scure.
Questa orchidea, come quella di ieri e le altre che ho descritto in precedenza (vecchio blog:9 e 22 giugno 2008, 27 aprile, 10 maggio e 30 giugno 2009, questo blog: 27 maggio 2010) sono fiori piuttosto comuni, protette e coccolate, ma diffuse praticamente ovunque. Per noi profani è difficile scovarle più per problemi temporali (la fioritura è breve e dopo scompaiono o sono praticamente irriconoscibili) che spaziali. Nondimeno è certo che troppe sono le persone che non le hanno mai viste, soprattutto perchè, come accade per la maggior parte dei fiori spontanei, non le hanno mai guardate. Si tratta di fiori relativamente piccoli, non particolarmente sfacciati. Da quando ho imparato un poco a conoscerle, il gioco della stagione è diventato andare a cercare le orchidee, nei prati e nei boschi, negli angoli più improbabili ed impensati. Senza, mai e poi mai, raccoglierle.
nel campo dove vado, in tarda primavera c’è una fioritura di queste orchidee incredibile ,,,che aumenta anno dopo anno , evito di falciarle al taglio stagionale e nessuno le raccoglie