I popoli nordici veneravano il frassino come una sorta di albero cosmico attorno al quale ruotavano gli dei e la vita stessa e il frassino è centrale protagonista di molte sagre del Nord e leggende vichinghe. E doveva essere questo frassino, il Fraxinus excelsior, e non certo una delle altre specie che crescono in Italia, l’orniello, Fraxinus ornus (5 maggio 2008) e il Frassino meridionale, Fraxinus angustifolium (11 aprile 2010). In tutti e tre i casi si tratta di alberi a foglia caduca, che però dovrebbero essere distinguibili anche d’inverno per il colore diverso delle gemme. Il frassino propriamente detto ha gemme nere o comunque molto scure; l’orniello ha gemme brune e ricoperte di peluria, mentre il frassino meridionale ha gemme di colore marrone chiaro, quasi nocciola.
Avevo già catalogato gli altri due, e mi mancava proprio il titolare, quello che si riconosce senza aggettivi. Amante degli ambienti umidi, l’ho incontrato nel parco fluviale del Magra (La Spezia), un grande albero dalla morbida chioma ovale e groppi di samare già quasi mature.
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