Anche nel mio piccolo giardino scopro sovente qualcosa di nuovo: come un giaggiolo, nato sotto il ciliegio, con strani fiori fra il giallo e il marrone. Un grosso cespo, cresce da qualche anno, e non mi sono neppure chiesta da dove sia venuto. Il suo nome è Iris foetidissima, cioè giaggiolo puzzolente, per la proprietà delle sue foglie di emanare, se strofinate, un odore sgradevole. Un nome impietoso per un fiore raffinato, come spesso sono i nomi della tradizione, fermi al tempo in cui odori e sapori erano le caratteristiche più importanti di qualsiasi verdura. Gusto e odorato sono i sensi vitali, perchè quelli che valutano il cibo, la bontà e sicurezza di ciò che si mangia. La bellezza, il colore sono accessori, gradevoli, ma inessenziali.
Da dove viene questo giaggiolo? Potrebbe anche essere specie spontanea, un seme capitato per caso. Ho interrato molti bulbi in giardino, qua e là, ma non sotto il ciliegio. Ma se non viene da acquisti o regali, deve essere un vagabondo. Specie spontanea in tutta la penisola, apprendo dal solito actaplantarum.
Nel giardino fradicio e sbrindellato di novembre, spicca il colore acceso delle sue bacche, rosse arancio, a grappoli fitti. Da lontano pensavo fosse solo il cotoneaster (Cotoneaster dammeri, vedi 31 dicembre 2008, anche detto cotognastro di Dammer), che allunga rami striscianti punteggiati di bacche rosse, singole e minute come perle. Le bacche di questo giaggiolo ricordano quelle del gigaro (Arum italicum), che tuttavia mi accorgo di non avere mai pubblicato (vedi 2 maggio 2010 per i fiori di questa pianta). Come quelle del gigaro appunto anche queste bacche sono tossiche. Ma il loro colore rosso acceso parrebbe attirare gli uccelli che, pur non cibandosene, le trasportano, favorendone la diffusione.
Nonostante l’odore, anche questo giaggiolo è una specie da giardino, perchè ha fiori moderatamente appariscenti e fogliame lucido. Una delle sue attrattive più ricercate sono proprio le bacche dal colore brillante, il colore dell’autunno.