Molto ci sarebbe da dire su quest’albero, uno dei più maestosi della terra, secondo per altezza solo alle sequoie della California. Riprendo allora oggi quello che scrivevo di lui il 9 gennaio 2009, subito dopo un’abbondante nevicata.
– Sul retro della mia casetta cresce un abete di Douglas, o Douglasia, che chiamiamo familiarmente Kirk. E’ un albero molto alto e imponente e, come gli altri abeti, non teme la neve. Ha pigne rosse, pendule, con caratteristiche brattee chiare, a tre denti, che sporgono tra le squame brune. Quando sono mature lasciano cadere i semi, pallette rossicce, a forma ovoidale, e poi si staccano intere dal ramo. Ai piedi dell’abete di Douglas c’é uno strato perenne di aghi, pigne e semi, una lettiera ricca di humus. Con buona pace di chi è ancora convinto che ‘gli alberi sempreverdi non perdono mai le foglie’.
Il nome volgare di ‘abete’ è ricco di ambiguità. Le pigne della Douglasia sono più piccole di quelle dell’abete rosso e non si sfogliano come quelle dell’abete bianco. Quindi non è né Picea, né Abies, né tantomeno Pinus. Non è neppure una Tsuga, o pino canadese, anche se a quest’ultima deve forse assomigliare se il genere si chiama Pseudotsuga. Il nome di quest’albero è rimasto indissolubilmente legato a quello di un botanico scozzese del primo ‘800 ( si chiama anche Pseudotsuga douglasii) che lo riportò in Europa dal Nord America. Dico lo riportò perchè pare che prima dell’ultima era glaciale, la Douglasia crescesse anche da questa parte del mondo (ma actaplantarum non prende in considerazione quest’ipotesi e la definisce’esotica neofita casuale’).
Anche Kirk è oggetto di qualche contestazione familiare. E’ decisamente sproporzionato per la posizione in cui è stato costretto a crescere. E’ alto, ingombrante, e fa ombra ai pannelli solari. Gli aghi, i semi e le pigne intasano gli scarichi delle gronde. Ma vederlo così, tutto intero, immensamente alto, e diritto, e perfettamente conico, certo incute un reverente rispetto. E un timido affetto. E un po’ di magone pensando a una decisione che potrebbe essere presa, prima o poi. –
Oggi, nove anni dopo, Kirk è ancora lì. E’ decisamente cresciuto, si è alzato di almeno cinque metri, anche se il suo tronco è rimasto assai snello. La sua altezza incombe sulla mia casa e su quella dei miei vicini, ma le tempeste di vento sembrano appena accarezzargli la sommità. A primavera, i suoi morbidi coni sono teneri e verdi. E la passiflora si arrampica sulle sue chiome, su sempre più su.