Il cotogno da fiore, straordinaria pianticella che allieta la fine del nostro inverno anche in città, ha davvero molte affinità con il cotogno, Cydonia oblonga, a cominciare dagli incantevoli fiori, e dai frutti, duri e secchi quando vengono raccolti, eppure ricchi di proprietà benefiche e ottimi per la preparazione di marmellate, sciroppi e altre conserve. Il suo nome scentifico, Chaenomeles, significa qualcosa come ‘mela che si spacca’, perchè i suoi pomi si spaccano a maturazione. Più piccoli delle mele cotogne, gialli o rossi, appartengono a quel genere di frutti che devono essere lasciati maturare nelle paglia; o meglio ammezzire, termine che è quasi sinonimo di marcire, ma vuol dire che la polpa deve diventare scura perchè il frutto sia commestibile.
Tuttavia questa pianta è ricercata soprattutto per la sua fioritura, molto precoce, abbondante e appariscente. I fiori sono rosa acceso, o rosso carminio, o arancio.
E’ una pianta rustica e schietta, che non teme il gelo, nè i miasmi inquinati della città. Leggermente spinosa, ha rami scuri e bruni germogli. Forse per la sua apparente modestia, è raramente menzionata dai giardinieri raffinati, che mi sembra la snobbino un po’. Come per uomini e cose, è difficile capire da dove derivi la fama e la gloria di un fiore. Il caso, la storia, la moda, il mercato.
Per me, lunga vita ai cotogni fioriti. Ogni anno la ritrovo, quando la stagione comincia a sbocciare, nei giardini di città oppure sulle mie colline, così vicine eppure così lontane dalla città, così inaspettata, così generosa.
La ritrovo anche nel vecchio post del 4 marzo 2009 e in questa pagina.