La yucca non è una palma. Ho imparato a riconoscerla nel 1987, dalle parti del Big Bend National Park in Texas, alta diversi metri, con le sue lunghe foglie rigide e acuminate e le pannocchie di fiori bianchi. Ne esistono circa quaranta specie e in passato era attribuita alla famiglia delle Agavaceae, che classificazioni più moderne hanno relegato a sottofamiglia delle Agavoideae nella più vasta famiglia delle Asparagaceae.
In città la yucca si incontra spesso nelle aiuole, quasi ovunque nella zone temperate, più o meno fiorita, più o meno negletta. I suoi fiori, floridi e lussureggianti, un po’ patinati, ma in fondo freschi e sinceri anche in questo autunno quasi inverno, passano stranamente inosservati, quasi fossero finti.
Eppure nel suo ambiente, in quel rigoglioso deserto texano al confine col Messico, facevano la loro figura, sbocciando inaspettati in mezzo a quei cespi irsuti, e li cercavamo con gli occhi, felici di averli riconosciuti. Così mi sono affezionata alla yucca, un po’ spaesata, un po’ deportata, e spero ancora sempre di incontrarla fiorita.
post riproposto da 1 gennaio 2010.